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ScuolaOggi: E’peggio del 2002

di Pippo Frisone

09/03/2009
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ScuolaOggi

Come nel 2002 i sindacati della scuola vanno in ordine sparso.

Come allora fu la CGIL a non firmare ,sempre col governo Berlusconi, il Patto per l’Italia. Nel 2009 la storia si ripete con CISLe UIL da un lato a sottoscrivere l’Intesa sui modelli contrattuali mentre la CGIL non solo non ha firmato alcun accordo ma ha negato la firma anche sul CCNL del biennio economico 08-09 nel comparto scuola.

Già il 12 dicembre 08 , la CGIL è andata da sola allo sciopero generale della scuola e si prepara a ripetere lo sciopero dei settori della conoscenza, scuola-università e ricerca nella giornata del 18 marzo 09.

Sempre nel 2002 il fronte sindacale rispetto ai tagli della finanziaria 2003 e alla riforma Moratti si divisero, proclamando due giornate di sciopero.

Il 14 ottobre Cisl e Uil si schierarono a fianco dello Snals e della Gilda ottenendo tra l’altro un modesto risultato attorno al 15,14% su scala nazionale.

La CGIL, affiancata dal sindacalismo di base, proclamava invece per il 18 ottobre lo sciopero che otteneva oltre il 25% delle adesioni e superava di oltre dieci punti il dato dei confederali e degli autonomi messi insieme.

Tuttavia, a mettere assieme i due dati si superò di poco il 40% niente a che vedere con lo sciopero del 30 ottobre 08 quando a scioperare contro i tagli e la riforma Gelmini scesero in campo unitariamente tutti i sindacati di settore, ottenendo uno straordinario risultato con oltre il 70% delle adesioni.

Certo quel risultato sarà molto difficile da eguagliare, specie adesso che il fronte sindacale è molto frantumato e diviso.

Adesso è peggio del 2002.

Dopo la conferma dei tagli e dei regolamenti definitivi varati dal Governo, pochi e scarsi sono stati i ripensamenti dei sindacati di categoria.

Per ora solo la Gilda è l’unico sindacato a rompere il fronte filo-governativo con la sua adesione allo sciopero nazionale del 18 marzo a fianco della CGIL e del sindacalismo di base.

A pesare come un macigno sono le aumentate divisioni in casa confederale con la mancata firma Cgil sui modelli contrattuali, le divergenze sui provvedimenti del governo per uscire dalla crisi, sulle pensioni, insomma le divisioni quasi su tutto.

Cgil isolata , Cgil all’angolo , Cgil sindacato del no mentre Cisl e Uil vengono dipinti come i veri modernizzatori ad ogni occasione da Governo e Confindustria.

E’ chiaro anche agli ingenui che questi ultimi hanno tutto da guadagnare e nulla da perdere dalle divisioni sindacali.

Ma la storia a volte qualcosa insegna.

Abbiamo visto come andò a finire il cosiddetto Patto per l’Italia.

Sotto l’incalzare della crisi, dei licenziamenti, dei precari senza lavoro e, nella scuola, coi 135mila licenziamenti nel triennio, con lo stravolgimento degli ordinamenti e lo sconquasso della scuola primaria e media, prima o poi anche la base di Cisl e Uil si farà sentire.

Ne siamo sicuri.

Timidi segnali sono arrivati in queste ore dalla Cisl lombarda che chiede a Formigoni di farsi garante col governo per soddisfare le richieste di tempo pieno chiesto dalla famiglie.

Nessuna mobilitazione, nessuna forma di lotta è messa in campo per ora da Cisl, Uil .

Quanto durerà? Noi pensiamo non molto a lungo.

Dopo il referendum indetto dalla Cgil molto dipenderà dagli esiti dello sciopero del 18 marzo.

Di fronte a un Governo che delle Intese e dei tavoli di concertazione ne fa carta straccia come carta straccia sono diventati anche gli autorevoli pareri del Consiglio Nazionale e della Conferenza Unificata Stato-Regioni che a più riprese hanno bocciato la riforma Gelmini, a Cisl e Uil non rimane che scendere in campo in modo più incisivo, dopo i mal di pancia di molti iscritti e la loro significativa partecipazione al referendum della CGIL sul contratto.

Noi pensiamo che dopo aver toccato il fondo, di fronte all’incancrenirsi della crisi, la convergenza e la ripresa dell’unità d’azione tra CGIL,Cisl e Uil prima o poi diventerà un’oggettiva necessità per tutti.