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ScuolaOggi: Il ministro che non c'è

Le attese che con la nascita del governo di centro sinistra e dopo la gestione di Letizia Moratti si erano create nel mondo della scuola sembrano ampiamente deluse. Cerchiamo di capire come e perchè.

21/03/2007
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ScuolaOggi

Le attese che con la nascita del governo di centro sinistra e dopo la gestione di Letizia Moratti si erano create nel mondo della scuola sembrano ampiamente deluse. Cerchiamo di capire come e perchè.

Alla prima importante resa dei conti il ministro non c'è. Dalle scuole, dalle organizzazioni dei suoi operatori (dirigenti scolastici in testa), da chi in qualche modo segue la situazione del servizio scolastico nazionale,dal nostro stesso sondaggio che abbiamo attivato tra i nostri lettori, arrivano pesanti segnali di malessere che Giuseppe Fioroni non solo non riesce a sanare, ma che per molti versi sta alimentanto coi suoi interventi come quello recente di Milano. Le attese che con la nascita del governo di centro sinistra e dopo la gestione di Letizia Moratti si erano create nel mondo della scuola sembrano ampiamente deluse. Cerchiamo di capire come e perchè. Si sta scontando crediamo un primo dato di fondamentale rilevanza: Fioroni di scuola non capisce molto. Lo ammette lui stesso a ripetizione. Così è costretto a cercare di governare senza avere gli strumenti necessari per entrare nel merito delle questioni che deve affrontare. Non padroneggia, insomma, la materia di cui tratta. Per di più non pare nemmeno che per superare questo grave handicap sia sufficientemente impegnato. Basta guardarlo quando sta al tavolo di una riunione. Perchè sempre il cellulare all'orecchio? Perchè non fa solo il ministro, ma continua ad essere uno dei leader della corrente della Margherita che fa capo a Marini. E questo sembra il suo massimo interesse. Un'interferenza che certo non agevola lo svolgimento del suo ruolo già difficile di uomo di governo della scuola. Anche chi l'ha preceduto non poteva dirsi certo un'esèerta della materia (e i risultati purtroppo si sono visti), ma almeno aveva il garbo della signora. Fioroni no. Affronta un dibattito, non sa, ma ha troppo spesso la tendenza a parlare d'altro. E soprattutto l'arroganza di invettive che alla fine si stanno ritorcendo contro di lui.