Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Scuolaoggi-L'informatica al di là degli spot

Scuolaoggi-L'informatica al di là degli spot

L'informatica al di là degli spot L'introduzione dell'informatica nella scuola di base milanese "viene da lontano" ed ha una strana storia. Verso la fine degli anni '70 - inizio anni '8...

16/11/2003
Decrease text size Increase text size
ScuolaOggi

L'informatica al di là degli spot
L'introduzione dell'informatica nella scuola di base milanese "viene da lontano" ed ha una strana storia. Verso la fine degli anni '70 - inizio anni '80 cominciano a diffondersi in qualche scuola i primi laboratori, con i famosi M20, i Commodore, i McIntosh. Negli anni '80 il Settore Educazione del Comune di Milano apre dieci laboratori di informatica, i Centri Amadeus, gestiti da personale comunale appositamente formato, in altrettante scuole cittadine. Qui affluiscono varie classi anche dalle vicine scuole della zona, accompagnate dai loro insegnanti. I Centri Amadeus verranno poi chiusi, verso la metà degli anni '90. Nel frattempo sono diverse le scuole elementari che dispongono non solo un laboratorio di informatica ma anche un docente distaccato dalla classe e assegnato al laboratorio in base a Progetti sperimentali (sperimentazione ministeriale ex DPR 419/74) o Progetti provinciali per "la realizzazione di programmi di prevenzione e recupero della dispersione scolastica e degli insuccessi formativi". E' nota la vicenda della progressiva riduzione e/o estinzione dei Progetti nella scuola milanese. Negli ultimi anni, riducendosi drasticamente le risorse disponibili in organico provinciale, la "priorità" nell'assegnazione dei posti-docenti rimasti viene riconosciuta ai progetti per l'integrazione degli alunni stranieri, considerata come "emergenza" principale. Tutto il resto quindi (progetti di informatica, ed. all'immagine, psicopedagogista, ecc.) esce progressivamente di scena, per "ragioni di forza maggiore"& I "docenti di informatica", che tra l'altro avevano costituito un coordinamento provinciale (il Co.D.Inf, vedi ancora al sito www.codinf.it), erano insegnanti che avevano acquisito specifiche competenze e abilità e che garantivano lo svolgimento delle attività di informatica nell'intera scuola. Infatti gli alunni potevano usufruire del laboratorio a piccoli gruppi (e non a classe intera) e venivano accolti e gestiti da un docente "specializzato" (non sempre l'insegnante di classe ha le competenze necessarie). La presenza di questa risorsa professionale garantiva perciò il funzionamento del laboratorio e lo svolgimento delle attività. Non solo: questi docenti hanno svolto (e svolgono tuttora) un ruolo importante di formazione e di supporto tecnico-didattico ai colleghi. Cosa è successo negli ultimi anni? A fronte di cospicui finanziamenti alle scuole per le nuove tecnologie (fondi disponibili quindi per acquistare hardware e software), si è assistito appunto ad una netta contrazione delle risorse umane e professionali (i docenti di informatica rientrano in classe, come insegnanti titolari di classe). Ora, senz'altro vi è stato in questi anni uno sviluppo generalizzato delle competenze di informatica di base fra i docenti, ma è indubbio che la mancanza di "specialisti" da un lato e il numero ridotto delle ore di compresenza (in modo da poter attuare classi aperte, piccoli gruppi, ecc.) dall'altro, limitano fortemente le possibilità di uso dei laboratori. L' "insegnante di laboratorio" è una figura preziosa in quanto non solo è in grado di indicare piste di lavoro, percorsi didattici ai docenti di classe, supportandoli sul piano delle conoscenze tecnico-informatiche (quello che si può fare con il computer, dagli ipertesti ad internet, nella "attività didattica quotidiana"), ma è anche colui che è in grado di intervenire sull'hardware, garantendo la "manutenzione ordinaria" e la funzionalità del laboratorio stesso, condizione necessaria per un utilizzo da parte delle classi e dei docenti meno esperti. Queste problematiche sono emerse con chiarezza, in alcuni interventi di docenti e/o dirigenti scolastici, anche nel corso di un recente convegno organizzato dall'ANDiS presso l'Elea. Questo per dire che se sono assolutamente necessarie e fondamentali le risorse finanziarie (si tratta peraltro di un settore in continua evoluzione&), non si possono trascurare le risorse umane, che vanno anch'esse adeguatamente sostenute e valorizzate. Soprattutto se si vuole estendere l'insegnamento dell'informatica e avviarlo in maniera generalizzata ed efficace a partire dalle prime classi della "scuola primaria". Sarebbe interessante, a questo proposito, aprire un dibattito e sentire cosa ne pensano gli "addetti ai lavori", i docenti che si occupano di informatica nelle varie scuole. Gianni Gandola, dirigente scolastico