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Scuolaoggi-La Finanziaria spunta le ali ai comprensivi

La Finanziaria spunta le ali ai comprensivi Era nell'aria. Come già si paventava nel documento "Dove vanno i comprensivi?" pubblicato da ScuolaOggi gli esoneri e i semiesoneri dei docen...

07/10/2003
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ScuolaOggi

La Finanziaria spunta le ali ai comprensivi
Era nell'aria. Come già si paventava nel documento "Dove vanno i comprensivi?" pubblicato da ScuolaOggi gli esoneri e i semiesoneri dei docenti collaboratori (ex vicari) degli Istituti Comprensivi correvano qualche rischio di esser rimessi in discussione. Il fatto, di per sé eloquente, che nella Legge di Riforma n.53/2003 dei Comprensivi non sia fatta menzione alcuna non era certo di buon auspicio. I Comprensivi? non ci risultano&Così almeno dal punto di vista "ordinamentale". Ma ripercorriamo brevemente la storia dell'istituto dell'esonero o semiesonero. La normativa preesistente allo sviluppo dei Comprensivi e ai processi di dimensionamento delle istituzioni scolastiche (ricompresa nel Testo unico, D.L.vo n.297/94, art.459) stabiliva che i docenti collaboratori vicari potevano ottenere, da parte del Provveditore agli Studi, l'autorizzazione all'esonero nei Circoli didattici con più di 80 classi (tra elementari e materne) e nelle scuole medie e superiori l'esonero con più di 50 classi e il semiesonero con più di 35 classi (parametri ridotti di un quinto nel caso di scuole o istituti funzionanti con plessi, sezioni staccate o sedi coordinate). I casi di Circoli didattici con oltre 80 classi erano per la verità estremamente limitati, più probabile invece era il semiesonero, se non l'esonero pieno, negli istituti superiori e nelle medie. I nascenti Istituti Comprensivi, naturalmente, in quanto risultato di un'aggregazione tra gradi di scuola diversi, fuoriuscivano da quella normativa che proprio non li contemplava, né per quei tempi poteva farlo. Come regolarsi allora? A Milano, nel 1997, nel momento in cui i Comprensivi ebbero la prima diffusione "allargata", passando dai cinque istituti "sperimentali" (via dei Salici, Casa del Sole, Vedano al Lambro, Cerro Maggiore, S.Colombano) a venti istituti sparsi nella provincia (10 a Milano città e 10 in provincia) vi fu un confronto tra le organizzazioni sindacali (in particolare: la CGIL scuola, la CISL, il Coordinamento dirigenti scolastici) e il Provveditore De Sanctis, al quale venne rappresentata la problematicità di gestione degli I.C. De Sanctis compì allora una scelta coraggiosa riconoscendo, tra le pieghe della normativa, agli Istituti Comprensivi il trattamento più favorevole, vale a dire quello previsto per la scuola media. In questo modo pressoché tutti gli I.C. poterono disporre dell'esonero del collaboratore vicario (solo qualcuno del semiesonero). Non solo: va anche detto che, nella stessa circostanza, venne riconosciuta ai comprensivi l'applicazione dei parametri più favorevoli per la definizione dell'organico ATA e la precedenza nell'assegnazione di risorse professionali per i Progetti. Insomma i Comprensivi erano allora nella "fase propulsiva", avevano il vento in poppa e potevano contare su un largo sostegno, da parte dell'Amministrazione. Per dovere di cronaca va ricordato che questi risultati furono ottenuti anche per l'impegno e la determinazione dei Segretari provinciali di allora di CGIL scuola (Giampaolo Vigolo) e CISL (Rita Frigerio) nel sostenere i Comprensivi e i dirigenti scolastici di quegli istituti. Per tornare agli esoneri, una Circolare Ministeriale, la C.M. n.613 del 30.9.1997, firmata dal Ministro Berlinguer, confermava qualche mese dopo la validità dell'estensione dei requisiti previsti per la scuola media a tutti gli istituti comprensivi, dando così ragione alla scelta compiuta da De Sanctis, che in quel caso fu precorritrice a livello nazionale. Da allora gli I.C. (a Milano oggi sono 46 e 147 in provincia) hanno usufruito di quelle condizioni. Ora, che succede? L'art.14 della Legge Finanziaria "Misure di razionalizzazione in materia di organizzazione scolastica", al comma 3, alza di fatto il numero delle classi necessarie per poter disporre degli esoneri nelle scuole medie, superiori e negli istituti comprensivi (almeno 55 classi per l'esonero, almeno 40 per il semiesonero, ridotti di un quinto nel caso di plessi staccati, ecc.). L'effetto di questo dispositivo sarà che molti I.C. che hanno potuto disporre dell'esonero pieno del vicario avranno con ogni probabilità solo un semiesonero, un distacco parziale dall'insegnamento del docente collaboratore, un incarico "ad ore". Inutile sottolineare che gli esoneri dei collaboratori costituiscono una delle condizioni essenziali per la gestione dei Comprensivi (più ancora che per le scuole medie, per la "compresenza" di scuole di diverso tipo...). L'aumento del numero delle classi necessarie di per sé non è "trascendentale" (da 50 a 55, da 35 a 40, con la riduzione di un quinto), ma è tale comunque da incidere in parecchi casi. La "spuntatina" degli esoneri che ne deriva costituisce soprattutto un provvedimento rivelatore di una tendenza, di una "linea" di politica scolastica. Nel momento in cui dai Comprensivi arrivano segnali di difficoltà e interrogativi sulla prospettiva, quando è evidente che la complessità di questi istituti (le dimensioni in alcuni casi, il fatto di "tener insieme" gradi diversi di scuola con i relativi problemi di gestione in tutti i casi) richiederebbe un maggior sostegno e nuovi apporti di risorse, qui si va in direzione opposta. D'altra parte non c'è da meravigliarsi: i Comprensivi nello scenario delineato dalla riforma Moratti (Legge n.53/2003) proprio non figurano, non sono neanche previsti. In questo senso (e in quel contesto) costituiscono un'anomalia della scuola italiana. Se non si vuole mettere in condizione di funzionare in modo corretto ed efficace gli I.C. esistenti, perché non tornare, coerentemente con l'impianto semplice e lineare della Riforma, alle sole scuole primarie e scuole secondarie di primo grado...? Perché allora, dopo aver abolito il Tempo Pieno, non "disfare" anche i Comprensivi?

Dedalus