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ScuolaOggi-LA SCATOLA VUOTA DEL "PROGRAMMA ANNUALE"

LA SCATOLA VUOTA DEL "PROGRAMMA ANNUALE" Da qualche anno, con l'entrata in vigore del Regolamento amministrativo-contabile (D.M.n. 44 del 1.2.2001), il "Programma annuale" ha sostituito i...

03/10/2004
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ScuolaOggi

LA SCATOLA VUOTA DEL "PROGRAMMA ANNUALE"
Da qualche anno, con l'entrata in vigore del Regolamento amministrativo-contabile (D.M.n. 44 del 1.2.2001), il "Programma annuale" ha sostituito il vecchio bilancio preventivo degli istituti scolastici. Le "intenzioni" per la verità erano buone: mentre il bilancio preventivo rifletteva un modello di gestione sostanzialmente rigido e burocratico, ed era sottoposto ad approvazioni e autorizzazioni esterne da parte di organi dell'amministrazione (C.S.A., ex Provveditorato), il nuovo Programma annuale si prefigge di legare strettamente la gestione delle risorse finanziarie alla progettualità delle scuole, alle attività, agli obiettivi e ai progetti che intendono attuare nel corso dell'anno scolastico. Una programmazione economica in teoria più flessibile e dinamica dunque, finalizzata direttamente alla realizzazione del Piano dell'Offerta Formativa della scuola. Una sorta di "finanziaria" in piccolo delle istituzioni scolastiche nell'ambito della proclamata "autonomia".

Conseguentemente, anche nelle scuole pubbliche ci sono, oggi, i Revisori dei conti, con compiti di controllo della regolarità contabile, di verifica della congruenza fra le entrate e le spese degli istituti autonomi, di legittimità e di correttezza dell'azione amministrativa.

C'è però un particolare, di non secondaria importanza, che rischia di inceppare questo meccanismo o che, in ogni caso, rende estremamente difficile, improbabile se non addirittura impossibile la programmazione economico-finanziaria delle scuole. Qualsiasi ente o azienda al mondo, dall'azienda privata allo Stato (vedi legge finanziaria), prima di decidere spese o investimenti deve avere chiara conoscenza dell'ammontare delle entrate, deve sapere cioè qual è il budget che ha a disposizione. Ebbene, incredibile ma vero, nelle scuole pubbliche statali non è così& A settembre-ottobre, quando i Collegi docenti dovrebbero impostare la programmazione delle loro attività e dei progetti che intendono attuare nel corso dell'anno scolastico e i Consigli di istituto poi deliberare in materia, ebbene proprio in questo momento cruciale non è dato conoscere l'entità delle risorse che si avranno effettivamente a disposizione.

Per fare alcuni esempi concreti: le scuole a Milano non conoscono a tutt'oggi la consistenza dei fondi dell'autonomia scolastica (o fondo per l'offerta formativa) assegnati quest'anno dal MIUR, via Direzione regionale e CSA. Le scuole primarie inoltre non conoscono ancora l'ammontare dei finanziamenti erogati dall'ente locale (il Comune di Milano, come altri comuni della provincia, dà contributi alle scuole per il diritto allo studio). Paradossalmente gli unici fondi noti o prevedibili con buona approssimazione sono quelli versati dai genitori a sostegno della scuola (i soldi raccolti alle feste di fine anno o eventuali contributi volontari). Manco fossimo alla scuola privata!

Le cose poi si complicano se si considerano i tempi di accreditamento, i costanti ritardi di assegnazione alle scuole dei vari finanziamenti da parte di MIUR, Direzione regionale e CSA. Anche qui, per fare qualche esempio concreto: non sono ancora stati assegnati alle scuole fondi relativi agli anni scorsi (tutto il fondo d'istituto a.s.2003-2004, arretrati degli anni precedenti, fondi per le funzioni obiettivo e le funzioni aggiuntive del personale ATA, fondi per le ore eccedenti prestate dai docenti nello scorso anno, fondi per le scuole a forte processo immigratorio, fondi per il pagamento della tassa rifiuti, e l'elenco potrebbe continuare&). Ovvio che il ritardato pagamento di attività svolte da docenti o ATA da un anno e più crea forte malessere, disaffezione e disagio fra il personale.
Inoltre in provincia di Milano molte scuole hanno esaurito da vari mesi il budget loro assegnato per le supplenze temporanee per l'anno 2004 e devono attingere ad altri fondi (riservati a capitoli di spesa diversi) per pagare gli stipendi ai supplenti, in attesa di integrazioni che non sono mai certe e tempestive.

Ma non è finita: il Comune di Milano, da parte sua, deve ancora versare alle scuole il finanziamento-contributo per il diritto allo studio dell'anno passato, a.s. 2003-2004. (la competenza è dei Settori di zona e decentramento). Nulla si sa ancora dell'ammontare dei fondi destinati a sostenere la programmazione didattico-educativa delle scuole per quest'anno scolastico (in questo caso, trattasi di contributi erogati dal Settore Educazione).

E' sin troppo evidente che in una situazione come questa qualsiasi programmazione degna di questo nome è assolutamente impossibile. L'"azienda-scuola pubblica", in questo senso, non funziona, non può funzionare efficacemente. Qualsiasi società privata avrebbe già chiuso per fallimento.
E, in una situazione così assurda, i dirigenti scolastici devono sottoporsi all'esame dei revisori dei conti che, abituati ad altri contesti organizzativo-gestionali, stentano a capire la situazione effettiva delle scuole. Come cioè tutto questo sia possibile.

Ma tutte queste disfunzioni, questa estrema "difficoltà di gestione" spesso non appare in superficie, non è nota, se non agli addetti ai lavori. Così come non si conoscono le pesanti responsabilità dell'amministrazione scolastica nei ritardi nel trasferimento delle risorse economiche alle scuole. La stampa, in genere, di questo non parla. Così sembra che la nave vada, che non ci siano problemi, come spesso e volentieri si premurano di dichiarare il Ministro o il Direttore regionale di turno. Invece la nave fa acqua da più parti. E pensare che le istituzioni scolastiche dovrebbero essere autonome&!
Oggi come oggi il "programma annuale" è una scatola vuota. E' il caso di dire, a chiare lettere, che questo stato di cose pregiudica un efficiente funzionamento della scuola pubblica, oltre che creare seri problemi di gestione ai dirigenti scolastici. Non è ora di apportare, finalmente, i correttivi necessari?

Gianni Gandola (Coordinamento dirigenti scolastici CGIL-CISL Milano)