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ScuolaOggi: La scuola contesa

Non è stato ancora seppellito il cadavere del Governo Prodi che Berlusconi apre la nuova campagna elettorale, rilanciando per quanto riguarda la scuola, la riforma Moratti

30/01/2008
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ScuolaOggi

Pippo Frisone

Non è stato ancora seppellito il cadavere del Governo Prodi che Berlusconi apre la nuova campagna elettorale, rilanciando per quanto riguarda la scuola, la riforma Moratti. Nel 2003 bastò a Berlusconi meno di un rigo per azzerare la riforma ideata dall’allora Ministro Berlinguer. Nel 2006 il ministro Fioroni, a colpi di cacciavite, avviò più che uno smantellamento della riforma Moratti, una messa a punto della stessa: abolì definitivamente il tutor nelle scuole dell’obbligo, qualche “I” di troppo, e quel modello di tempo scuola nella primaria, frantumato tra le 27 e le 30 ore. Poi nel 2007 il Governo Prodi portò all’approvazione del Parlamento il ritorno dei Tecnici e Professionali allo Stato, il ripristino del Tempo Pieno a 40 ore nella primaria, innalzò l’obbligo a sedici anni, riordinò gli esami di stato e il reclutamento del personale docente, bloccando la riforma Moratti del secondo ciclo dell’istruzione e formazione professionale.

Si gettarono le basi per una sterzata, soprattutto nella secondaria superiore, molto distante negli orientamenti, nei programmi e nella realizzazione di quella che era stata la riforma Moratti !

Se a vincere le prossime elezioni, quando queste si celebreranno, sarà il centro-destra assisteremo molto probabilmente ad un ritorno al passato! Il rilancio della riforma Moratti, torna ad essere uno dei sette punti di programma e cavallo di battaglia, già preannunciato dall’on.Berlusconi.

Vale a dire, azzeriamo tutto e ripartiamo là dove eravamo rimasti, soprattutto per la parte riguardante la secondaria superiore, aprendo e facilitando la strada a quanto già avvenuto nella Regione Lombardia.

Ancora una volta la scuola si ritroverà a vivere, almeno nel breve periodo, lo stop and go di riforme incompiute oramai da più di dieci anni, una fase di incertezza e disorientamento che porterà con sé a lacerazioni profonde e ad uno scontro politico-istituzionale senza precedenti!

Non è possibile cambiare la scuola ad ogni cambio di Governo.

Ne va di mezzo , in primo luogo, la credibilità che rimane della stessa scuola pubblica e secondariamente la salute mentale di chi ancora ci crede e vi lavora con serietà ed impegno.

La riforma della scuola, per l’importanza che ha nella vita dei giovani e dell’economia del nostro Paese , dovrebbe essere sottratta a questi continui strattoni e ribaltoni .

La riforma della scuola dovrebbe essere fatta al di sopra degli interessi contingenti delle parti politiche , impegnando le migliori energie della maggioranza e dell’opposizione: dovrebbe essere bi-partisan e duratura nel tempo. Occorrebbe fare ogni sforzo per avere una riforma non di parte ma condivisa perché come diceva Pietro Calamandrei , la scuola è più importante più dello stesso Governo più dello stesso Parlamento in quanto in essa si formeranno quelli che ci governeranno domani. Mi verrebbe da dire, altro che intesa sulla riforma elettorale, perché non provate a mettervi d’accordo su come riformare e far funzionare la scuola nel nostro Paese ?

Credo ahimè che con l’aria che tira in questi giorni, ci terremo il “porcellum” sia nel primo che nel secondo caso.