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Scuolaoggi/MILANO: LA "DUE GIORNI" DI INSEGNANTI E GENITORI PER DIRE NO ALLA RIFORMA

MILANO: LA "DUE GIORNI" DI INSEGNANTI E GENITORI PER DIRE NO ALLA RIFORMA Due giorni per i comitati insegnanti e genitori delle scuole milanesi per dire no alla riforma Moratti. Venerdì la...

12/02/2004
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ScuolaOggi

MILANO: LA "DUE GIORNI" DI INSEGNANTI E GENITORI PER DIRE NO ALLA RIFORMA
Due giorni per i comitati insegnanti e genitori delle scuole milanesi per dire no alla riforma Moratti. Venerdì la protesta si esprime nelle singole scuole, sabato pomeriggio per le strade dei quartieri e, alla fine, tutti insieme in piazza Scala. Un movimento spontaneo, al di là dei partiti e delle ideologie. La difesa della scuola milanese, del tempo pieno in particolare che nel capoluogo lombardo è pressochè generalizzato, è obiettivo trova consenso sempre più vasto. Spiace constatare che a livello istituzionale non sia stato colto il significato di questa rivolta: le assemblee consiliari di Comune, Provincia e Regione, ma anche nei consigli di zona (come dimenticare la denuncia del presidende di zona 6 contro il dirigente scolastico che aveva consentito l'esposizione di striscioni contro la riforma nella sua scuola?), hanno preferito far quadrato intorno a un'iniziativa governativa che non riesce a trovare il minimo consenso e restare sordi a un'istanza di base così diffusa. Una prova che in troppi casi non conta tanto la corretta soluzione del problema, ma l'ubbidienza al Capo. Una prova questa che dimostra la lontananza della politica di governo dagli interessi reali e concreti della gente. La due giorni di proteste milanesi insomma dovrebbero essere un altro campanello d'allarme di chi governa la scuola milanese: se la gente in così larga e convinta misura rifiuta questa riforma, dovrebbe indurre a qualche riflessione critica significativa. Per non dimenticare che il precedente governo non è stato confermato anche perchè proprio sulla scuola non era riuscito a trovare il necessario consenso per attuare un cambiamento che la gente non aveva capito.


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