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ScuolaOggi-Moratti fermati

MORATTI FERMATI Le parti sociali e le regioni hanno costretto la Moratti a rinviare ogni forma di attuazione della riforma della secondaria superiore al 2007/08. Un risultato di gra...

19/09/2005
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ScuolaOggi

MORATTI FERMATI
Le parti sociali e le regioni hanno costretto la Moratti a rinviare ogni forma di attuazione della riforma della secondaria superiore al 2007/08.

Un risultato di grande rilevanza per lo schieramento contrario alla Legge 53: la nuova legislatura inizierà senza alcun processo in corso di attuazione o anche solo di sperimentazione del decreto sul secondo ciclo.

Se a questo si aggiunge che il decreto sul primo ciclo è largamente inattuato, come dimostra l'indagine realizzata dal Tavolo "Fermiamo la Moratti", risulta evidente che il governo che verrà dopo le elezioni avrà di fronte un "prato verde" in cui realizzare un progetto di cambiamento del sistema formativo condiviso dalla società e dalla scuola, senza subire i condizionamenti di una precedente riforma in corso di attuazione.

Il 14 e il 15 settembre sono stati giorni decisivi per la riforma Moratti: il 14 le parti sociali hanno incontrato la Conferenza delle Regioni e hanno messo in luce l'impraticabilità tecnica e politica della sperimentazione voluta dal Ministro per l'anno scolastico in corso e dell'avvio dell'attuazione del decreto dall'anno scolastico 2006/07, il 15 il CNPI ha espresso un parere negativo sulla proposta di sperimentazione presentata dal Ministro, la Conferenza Unificata Stato-Regioni ha espresso parere negativo sul testo del decreto e ha ottenuto dal Ministro il blocco di ogni forma di attuazione.

I sindacati confederali si sono presentati all'incontro con la Conferenza delle Regioni con un documento unitario contenente la richiesta di "fermare i motori" della riforma, a causa della mancanza di coinvolgimento del mondo della scuola e di confronto con le parti sociali e dell'inaccettabilità della canalizzazione precoce e del modello duale (licei statali e percorsi professionali regionali) privo di pari dignità culturale dei percorsi.

La Confindustria, con altre 15 associazioni imprenditoriali, ha preso le distanze dal decreto contestando la licealizzazione degli istituti tecnici e il conseguente danno all'economia derivante dalla deprofessionalizzazione dei tecnici, non compensata dai percorsi regionali, vista la loro palese marginalità e residualità.

Nonostante le pressioni di Forza Italia e del sottosegretario Valentina Aprea favorevoli a iniziare comunque l'attuazione della riforma, il Ministro ha dovuto accettare la richiesta compatta proveniente dall'intero mondo della scuola, dalle parti sociali e dalla Conferenza delle Regioni, cioè da tutti coloro che la riforma la devono attuare e che hanno diretto interesse ai suoi effetti.

Si è formato in questa occasione il vero schieramento del "buon senso" che ha impedito alla Moratti di mettersi in testa lo scolapasta e alla scuola reale di ottenere un'importante vittoria.

Un buon viatico per possibili nuove convergenze future tra mondo del lavoro e delle imprese, mondo della scuola e istituzioni locali con l'obiettivo di realizzare processi di cambiamento condivisi del sistema formativo che rispondano alle questioni oggi in gioco riguardanti la cittadinanza attiva, l'occupabilità e lo sviluppo economico del paese.

Fabrizio Dacrema