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ScuolaOggi: Qui non c'è posto per bambini stranieri

La scuola dei grembiuli, dell’ordine, della qualità si deve preparare ad affrontare, a partire dal prossimo anno scolastico, questa novità: le migrazioni degli allievi di cittadinanza non italiana o meglio di coloro che non sono nati in Italia

12/01/2010
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ScuolaOggi

Bus che trasportano alunni in eccesso da una scuola ad un’altra nello stesso quartiere o in territori limitrofi. Ecco uno dei possibili scenari che si apriranno grazie al provvedimento emanato dal ministro Gelmini che stabilisce il tetto del 30% di alunni stranieri nelle classi. Lucia Annunziata, ieri, nel corso della trasmissione "In mezz’ora", intervistando il ministro Gelmini, ha segnalato questo aspetto come uno degli effetti più palesi della nuova norma. Ma il Ministro ha rassicurato tutti, dando la notizia della stipula di convenzioni e accordi con i comuni per consentire il trasporto dei bambini.

La scuola dei grembiuli, dell’ordine, della qualità si deve preparare ad affrontare, a partire dal prossimo anno scolastico, questa novità: le migrazioni degli allievi di cittadinanza non italiana o meglio di coloro che non sono nati in Italia. Il provvedimento del Ministro uscito l’8 gennaio, qualche ora prima dei fatti di Rosarno, metterebbe ordine nel caos generato dal buonismo e dalla mancanza di regole che regnano da un decennio nel nostro paese. Il tetto del 30% di presenza di alunni stranieri nelle classi garantirebbe una migliore didattica e una qualità migliore nella nostra scuola. Si risolverebbe così anche il problema dell’integrazione, non all’insegna del"buonismo" bensì del rispetto regole.

L’idea che sta alla base di questo provvedimento sulla scuola è in perfetta sintonia con gli altri provvedimenti del governo sul tema dell’immigrazione: basta fissare il numero degli immigrati in ingresso e il problema è risolto. Fa paura questo modo di affrontare i problemi. Da un lato si lanciano messaggi allarmistici, dall’altro si prospettano soluzioni che definirle semplicistiche, è, a dir poco, riduttivo.

Ma il Ministro o meglio i suoi collaboratori conoscono veramente la situazione nelle scuole? Hanno idea delle azioni educative e didattiche per favorire l’integrazione e il dialogo tra allievi provenienti da etnie e paesi diversi? Pensano forse che le soluzioni si possano trovare aggiustando i numeri? Come si regoleranno i dirigenti delle scuole dove la presenza degli alunni di cittadinanza non italiana si è da tempo attestata su numeri molto alti, capovolgendo il rapporto tra gli italiani e gli stranieri a vantaggio di questi ultimi? Chiuderanno i battenti? Metteranno un cartello con scritto: qui non c’è più posto per gli stranieri? Costringeranno i ragazzi e i genitori a trovare altre scuole dove "i numeri" saranno a loro favore. "Vi sono quartieri- precisa Francesca Puglisi, responsabile scuola del PD- dove la densità di cittadini immigrati rende comunque inapplicabile il tetto del 30%".

Si assisterà ad una migrazione "dentro" la migrazione. L’idea di regolare gli accessi degli allievi stranieri nelle classi fissando un tetto, può sembrare, a caldo, la migliore soluzione praticabile, dettata da concretezza e razionalità. É invece è pura ideologia. Non risolve il problema e crea nuovi conflitti e tensioni soprattutto nelle scuole dove la situazione è diventata sempre più esplosiva e difficile e soprattutto tra coloro che hanno a cuore i ragazzi e il loro percorso formativo. Neppure le rassicurazioni del Ministro, fornite ieri nel corso della trasmissione "In mezz’ora", sui finanziamenti per il potenziamento dell’insegnamento della lingua italiana, 20 milioni di euro, possono sciogliere questi dubbi. L’insegnamento potenziato dell’italiano si svolge già in molte scuole dove gli enti locali e le regioni hanno messo a disposizione risorse aggiuntive, promuovendo progetti per l’integrazione degli allievi stranieri e delle loro famiglie. Dirigenti, docenti e famiglie hanno da sempre chiesto ulteriori finanziamenti per questi percorsi di approfondimento e personale con competenze specifiche anche sul piano della mediazione culturale. Dove queste cose sono state fatte, il processo di integrazione è andato avanti.

Il contenimento della presenza degli allievi stranieri al di sotto del 30%, non farà che aprire nuovi problemi e conflitti. " Il tetto del 30% non risolve però il problema". Secondo Livia Turco, rappresentante del PD, "bisogna che le scuole italiane e gli insegnanti siano sostenuti concretamente con finanziamenti straordinari per corsi di lingua e cultura italiana. Su questi temi, purtroppo, non c'è alcuna misura da parte del governo".