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ScuolaOggi: RSU e quel pasticciaccio del rinvio

Pippo Frisone

26/10/2009
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ScuolaOggi

Dall’1 al 3 dicembre di quest’anno, un milione di dipendenti delle scuole statali (docenti e ATA) sono chiamati al voto nelle diecimila scuole di tutta Italia.

Già a metà ottobre la Flc-cgil faceva sapere di aver presentato 3.814 liste con 12mila candidati in oltre il 45% delle scuole. Delle altre OO.SS. non si conoscono i dati precisi ma ci risulta che la presentazione delle liste e delle candidature procedono molto spedite soprattutto in queste ultime giornate di incertezza.

Siamo a pochi giorni dal 2 novembre, termine ultimo per la presentazione delle liste, e a conti fatti, in questa settimana le OO.SS. si giocheranno il tutto per tutto.

Il 9 di ottobre il Governo aveva licenziato l’ultima versione del cosiddetto decreto Brunetta.

All’art.65,comma 3, veniva inserito un emendamento che “ proroga gli organismi di rappresentanza del personale anche se le relative elezioni sono state già indette. Le elezioni relative al rinnovo dei predetti organismi di rappresentanza si svolgeranno con riferimento ai nuovi comparti di contrattazione entro il 30.11.2010”.

Di fatto si prende a pretesto del rinvio la futura definizione dei nuovi comparti contrattuali che lo stesso decreto all’art.54 riduce a 4 grandi comparti e conseguenti 4 aree di dirigenza.

A dire il vero è ad ogni cambio di governo, a partire da ’97, che si assiste a impacchettamenti e spacchettamenti di nuovi comparti , come ad esempio quello dell’AFAM che adesso si vorrebbe rimpacchettare all’interno del comparto Università, senza con questo aver mai rinviato le elezioni delle RSU. Con molta probabilità la Scuola, dati i numeri che la compongono, resterà un comparto a sé stante anche se qualcuno la vorrebbe in un unico mega-comparto con Università e Ricerca.

Ma allora perché il 2 settembre tutte le confederazioni sindacali maggiormente rappresentative e quelle di categoria hanno firmato con l’Aran l’avvio delle procedure col protocollo che definisce il calendario delle votazioni ? Se la maggior parte delle OO.SS., fatta eccezione della CGIL, era per il rinvio perché han firmato? Bastava non firmare lasciando la sola CGIL col cerino acceso in mano. Invece, si è preferito il colpo di mano nel decreto che proroga le elezioni anche se queste ultime sono state già indette.

Di fatto slittano di un anno ma non è soltanto questo il dato più significativo.

In via transitoria l’Aran avvierà le trattative nei nuovi comparti di contrattazione, con le rappresentanze sindacali sulla base dei dati associativi ed elettorali rilevati nel biennio 08-09 (cfr.art.65 ). Si voleva a tutti i costi mantenere l’attuale rapporto di forze con la CGIL messa all’angolo. Così i nuovi contratti che avranno una decorrenza giuridica ed economica triennale, potranno essere firmati, senza tentennamenti, dagli stessi sindacati che hanno sottoscritto l’accordo separato del 22.1.09 sugli assetti e sulle nuove regole contrattuali.

Quindi a cosa serviranno le elezioni se slitteranno al prossimo anno ? Non certo a misurare la nuova rappresentatività delle OO.SS., semmai questa sarà presa a riferimento per il prossimo triennio cioè nel 2013-15. Lo slittamento servirà a far digerire alle vecchie RSU prorogate e stanche, tutte quelle novità contenute nel decreto Brunetta e nell’accordo del 22 gennaio che svuotano la contrattazione a tutti i livelli, riconsegnando alla politica i destini di milioni di lavoratori del pubblico impiego. Certo tutto questo sarebbe più difficile farlo digerire ai nuovi eletti ad inizio mandato se si andasse alle elezioni alla scadenza naturale, cioè 1-3 dicembre 09, cosi’ come è previsto dall’accordo quadro nazionale del 7.8.98.

Il tempo stringe e la partita volge al termine. Ci si aspetta da un momento all’altro che l’arbitro annulli la partita e rinvii il tutto al prossimo anno , non escludendo un terzo tempo fatto di ricorsi e controricorsi .

Ma quando una partita come quella delle elezioni delle RSU va in mano ai giudici, la perdono tutti, chiunque sia poi a vincerla.

Giunti a questo punto, a pochi giorni dal termine, la partita conviene giocarla fino in fondo.

Ne vanno di mezzo la democrazia e la rappresentanza sindacale e, nello stesso tempo, la credibilità di tutti .