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Scuole e tagli. Molte rischiano di non riaprire. La CGIL prepara il ricorso al TAR

Appello a Regione ed enti locali. «Non assecondate il disegno della Gelmini

14/05/2011
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l'Unità

Valeria Tancredi

Se necessario, la battaglia contro il diverso trattamento delle regioni italiane da parte della Gelmini arriverà fino al Tar. L’ultimo santo cui si voterà l’Flc – Cgil dell’Emilia Romagna per mettere una pezza al disastro della scuola pubblica targato Gelmini - Tremonti si chiama Tribunale Amministrativo Regionale. Cui verrà chiesto in base a quale criterio il ministro Gelmini, con un decreto apposito datato 28 aprile, ha concesso alla sola Lombardia 400 insegnanti in più mentre all’Emilia – Romagna che ha posto le stesse richieste, neanche una risposta. «Non vorremmo che la tempestiva decisione della Gelmini indirizzata alla sola Lombardia sia dettata da motivi clientelari o di propaganda elettorale», commenta il segretario regionale Flc Raffaella Morsia che chiarisce anche: «Non chiediamo che siano tolti insegnanti alle altre regioni, ma che siano dati anche a noi che, numeri alla mano,ne abbiamo bisogno, pena il rischio che il prossimo anno scolastico, a settembre, non si riescano neanche a riaprire le scuole». Il livello di disperazione è tale che la Flc non spera neanche più di raggiungere la qualità di un tempo, ma chiede almeno di ripristinare lo stesso rapporto alunni/insegnanti e personale ATA del resto d’Italia. Per questo sarebbero necessari per l’Emilia – Romagna mille insegnanti in più. La scure della Gelmini che ha tagliato indiscriminatamente le risorse alla scuola pubblica dal 2008, ha colpito la nostra regione più del resto d’Italia per una semplice ragione: da noi la popolazione scolastica è aumentata molto di più. Negli ultimi dieci anni, infatti, in regione gli studenti sono aumentati di 107.000 unità, +26%, mentre a livello nazionale la percentuale media è del +3-4%. E siccome i tagli sono lineari (non tengono cioè conto della popolazione scolastica, ma sono uguali per tutti), ecco che l’Emilia – Romagna è penalizzata molto più di altre realtà dove magari il numero di alunni è calato. Il contraccolpo sulla qualità si fa già sentire: nell’ultimo rapporto Tuttoscuola la nostra regione è scivolata dal primo al quarto posto. Anche per questo dunque, Morsia lancia un appello agli enti locali: «Chiediamo al Governatore Vasco Errani, all’assessore Bianchi e al provveditore di non assecondare il disegno Gelmini che vorrebbe sostituire il tempo pieno con attività di doposcuola o di parcheggi più o meno organizzati, ma di garantire l’esistenza del tempo pieno con insegnanti pagati direttamente dagli stessi enti locali».