Scuole, per una su cinque presenze sotto il 70% «Non abbiamo gli spazi» `
Una scuola su 5, oggi, è in grave difficoltà.
Una scuola su 5, oggi, è in grave difficoltà. Devono riaprire infatti le classi superiori al 70% minimo di presenza nelle zone gialle e arancioni e al 50% nelle zone rosse: questa mattina, quindi, saranno almeno 7,6 milioni gli alunni in classe, vale a dire l'89,5% della popolazione scolastica. Un aumento di almeno 750mila ragazzi rispetto alla scorsa settimana quando la presenza complessiva era all'80%. Fino a venerdì scorso infatti le lezioni avevano un minimo di frequenza del 50%, oggi invece si parte con nuovi orari e nuovi turni da organizzare, nuovi spazi da reperire e, soprattutto, con una missione che per molti sembra impossibile.
I motivi sono tanti e sono praticamente gli stessi che hanno spaccato in due la scuola nel mese di settembre scorso, quando molti istituti hanno riaperto a percentuali ridotte dopo il lungo lockdown proprio perché di più non potevano garantire. Gli stessi motivi che poi, in autunno, costrinsero tutti gli istituti a rinunciare alle lezioni in presenza spostando le lezioni completamente online e poi, ancora una volta, a marzo quando dopo poche settimane dal rientro, scaglionato tra fine gennaio e febbraio, la zona rossa fece richiudere di nuovo tutte le aule. Ma quali sono i motivi del caos scuola?
Innanzitutto manca lo spazio per il distanziamento di un metro tra i ragazzi. Senza poter garantire la distanza in classe, non è possibile aprire: la caccia alle nuove aule, da reperire anche negli spazi extrascolastici come musei, teatri e biblioteche non ha funzionato a settembre, né potrà farlo ora.
LE AULELe scuole hanno trovato nuove aule alzando tramezzi in palestra o in aula magna ma non sono sufficienti per tutti. A partire da questo problema, molte scuole dovranno arrendersi e rinunciare ad aprire oggi al 70%. «Tante scuole potrebbero chiedere la deroga per non alzare le soglie della presenza», spiega Paola Serafin, responsabile dei dirigenti scolastici della Cisl scuola. «Inoltre manca sempre l'aggiornamento del protocollo di sicurezza, non c'è stato un adeguamento rispetto allo scorso anno dello scorso anno».
Tante incertezze, quindi, legate anche al trasporto pubblico: gli enti locali possono aumentare il servizio ma se le vetture di bus e metro devono viaggiare al 50% sarà difficile compensare quella parte mancante. Soprattutto nelle grandi città come Roma.
CONTO ALLA ROVESCIANel Lazio le scuole hanno tempo fino a venerdì 30 per mettersi in regola con il 70% di presenza, in Campania invece gli istituti in difficoltà possono restare al 50% grazie ad un'ordinanza regionale, in Puglia resta la possibilità delle famiglie di preferire la didattica online e la stessa strada viene percorsa anche nelle scuole della Calabria. I problemi, quindi, sono diffusi. «Una scuola su 5 spiega Maddalena Gissi, segretaria della Cisl scuola è in grave difficoltà nel portare la presenza al 70%. Mancano i presupposti per un rientro in sicurezza». Ma il Governo ha deciso comunque di alzare l'asticella: in un primo momento fissandola al 100% ma poi, dopo le rimostranze delle scuole e delle Regioni, ha deciso di scendere al 60% per poi rialzare al 70%. Un saliscendi che sta destabilizzando docenti e ragazzi. La precarietà investe anche gli orari: tutti da rifare. Il ministero consiglia di portare in presenza al 100% soprattutto le classi dell'ultimo anno delle superiori per sostenerli in vista della maturità ma nella maggior parte dei casi si tratta di classi che entrano nel primo turno, alle 8, perché hanno più ore di lezione. Aumentare le percentuali in quella fascia vuol dire creare assembramenti sul trasporto pubblico già in affanno.
Lorena Loiacono