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Scuole serali a rischio chiusura, un coro di no: "Strategiche in un momento di grave crisi economica"

Foggia e Cagliari hanno aperto la strada. Ma altre città potrebbero seguire presto la scia delle proteste di studenti, genitori e docenti contro la chiusura di quello che da più parti viene definito uno dei cardini di una "società in continua evoluzione": le scuole serali pubbliche per adulti.

28/06/2011
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da notizie.tiscali.it

di Antonella Loi

Foggia e Cagliari hanno aperto la strada. Ma altre città potrebbero seguire presto la scia delle proteste di studenti, genitori e docenti contro la chiusura di quello che da più parti viene definito uno dei cardini di una "società in continua evoluzione": le scuole serali pubbliche per adulti. Cortei e manifestazioni hanno interessato le strade e le sedi istituzionali delle due città nei giorni scorsi. Ma mentre nel centro pugliese si è raggiunto presto un accordo con l'autorità scolastica provinciale, così come già precedentemente a Torino e Bari, per tenere aperta almeno una parte dell'offerta, a Cagliari il rischio è che vengano tagliate 47 classi e spariscano interi corsi. Le piazze provano a lanciare un allarme che è "nazionale", assicura Nazzareno Corigliano, presidente del Coordinamento "Difendiamo le scuole serali" e docente dell'Itis "Marconi" di Bari. "Quello che è successo a Cagliari e a Foggia riguarda tutta l'Italia - ha spiegato - anche perché nessuno si aspettava che i tagli fossero così massicci".
Sforbiciate pesanti sui fondi per la scuola pubblica in Finanziaria che come una mannaia si abbattono sulle risorse a disposizione di presidi, uffici scolastici regionali e provinciali. Il risultato è che "spesso al fine di non danneggiare la scuola diurna si preferisce tagliare sulla serale". Scelta spesso discrezionale che però non tiene conto delle esigenze generali di una società. "In pratica ogni preside o ogni distretto decide per sé, talvolta anche usando espedienti per far diminuire il numero degli iscritti e poter così accorpare o sopprimere classi. E questo ovviamente - continua - crea soluzioni diverse sul territorio". Quindi, per esempio, a Cagliari si decide di tagliare mentre a Milano si garantiscono tutti i corsi. "E questo si riversa inevitabilmente sulla comunità locale con danni sociali enormi".
Per il docente la causa è però da ricercarsi in un certo lassismo governativo, ieri come oggi. "Il fatto che la riforma dell'istruzione pubblica per adulti non sia ancora partita e che quindi i paventati Cpia (Centri provinciali per l'istruzione per gli adulti, appunto, introdotti da Prodi e ripresi da Berlusconi ndr) giacciano come lettera morta in un decreto attuativo ancora in attesa di approvazione governativa la dice lunga su come venga sottovalutata l'importanza di questo tipo di istruzione che - sottolinea il docente - è l'anima di una società che progredisce". Ancor più se il riferimento è ad una popolazione che invecchia e che ormai si trova costretta a fare i conti con la peggiore crisi economica degli ultimi sessant'anni.
"Dalle statistiche a nostra disposizione - spiega Gigi Rossi, responsabile scuola Flc-Cgil - emerge chiaramente che la continua innovazione tecnologica e il progressivo invecchiamento della cittadinanza richiedono un processo formativo efficiente e lo Stato non può non farsene carico". Una necessità cioè che va ben oltre l'accesso all'istruzione pubblica garantito a tutti, come previsto dalla Costituzione, ma che attiene alla crescita economica e sociale di un Paese. "I nostri dati sull'accesso al lavoro ci dimostrano che chi ha un livello di istruzione alto, i laureati e i diplomati, sono quelli che accedono nuovamente al lavoro dopo averlo perso, cioè coloro che non hanno bisogno di andare a scuola per riqualificarsi".
In questo senso la scuola serale funziona un po' da ammortizzatore sociale: chi ha perso il lavoro può rimettersi in gioco prendendo un diploma tecnico a fronte di uno umanistico che già possedeva, per fare un esempio, o, ancora, ottenendo quel titolo di studio mai conseguito prima. "Non dimentichiamo che c'è una fascia di 40-50enni che, dopo aver perso l'impiego, ha difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro. In questo caso - dice ancora Rossi - rendere possibile l'accesso all'istruzione diventa un'emergenza nazionale". Il rischio è che in questo Paese che ha gravi difficoltà nel colmare il gap con il resto dell'Europa "smantelli l'unico strumento che potrebbe dare risposte importanti". Se poi tutto ciò avviene all'indomani dell'approvazione del finanziamento alle scuole private per un ammontare di 250milioni di euro, il ragionamento sulla ratio si può anche ampliare.
Ma non è tutto qua. "La scuola serale funziona di più e meglio della scuola diurna come antidispersione - spiega Corigliano - non avete idea di quanti ragazzi che, dopo aver abbandonato la scuola diurna, vengono accompagnati da noi dai genitori e quali grandi risultati ottengano". Del resto dietro l'opzione scuola serale c'è spesso una scelta ben ponderata e responsabile. "Chi viene da me vuole riprovare a studiare partendo da un contesto diverso che è quello di chi ha un obiettivo chiaro. In questi Istituti - dice infatti il docente pugliese - ci sono padri e madri di famiglia, persone che di giorno lavorano e di sera frequentano le lezioni: gente che non ha molto tempo da perdere".
E allora dove sta la soluzione in un momento così difficile per le finanze dello Stato e a cascata di Regioni ed enti locali? Premesso che la chiusura delle classi "è una decisione diretta degli Uffici scolastici regionali - è la spiegazione di Lucio Biekar, coordinatore dei corsi serali dell'Istituto "Carli" di Trieste - nel senso che laddove non ci sono iscritti è necessario tagliare classi e corsi, come da prassi", ben lontani siamo dal dire che il governo "presti l'attenzione necessaria a quanto sta succedendo che oggi non riguarda i 300 iscritti triestini" ma che in prospettiva è motivo di "grande preoccupazione". Il primo passo, sostiene il docente, "è dare attuazione alla riforma, approvando il decreto che,  mettendo mano all'istruzione per adulti, strategica per qualunque società civile ed europea, tratta specificamente dell'istituzione dei Cpa". Nel bene e nel male. E in questo, spiega ancora Biekar, una funzione importante ce l'hanno i sidacati: "La smettano di parlare delle scuole serali in un contesto di Istruzione tutto compreso, ma lo inseriscano in un discorso più generale che riguarda tutti i cittadini attivi e il loro inserimento nel mondo del lavoro".