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Secolo XIX: L'Onda dei precari contro Gelmini

Non convince l'indennità di disoccupazione proposta dal ministro. Proteste in tutte le città

04/09/2009
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Il Secolo XIX

scuola nella bufera

Roma. Per il ministro Mariastella Gelmini è la soluzione ideale: indennità di disoccupazione per i precari che nel precedente anno scolastico avevano un contratto annuale; una corsia preferenziale per le eventuali "supplenze brevi" e per quelle di sostegno agli alunni più deboli. Proposta portata già davanti al Consiglio dei ministri di ieri mattina: alla prossima riunione di governo si deciderà se varare le misure con un decreto legge "ad hoc", oppure se inserirle, sotto forma di emendamento, ad un provvedimento già in discussione in Parlamento.
La risposta dei precari: «E' una presa in giro». Per tre motivi: le indennità di disoccupazione già esiste e riguarda non solo chi ha avuto un impiego annuale; si innescherà una sorta di "guerra tra poveri" per accaparrarsi le supplenze saltuarie; non si rimettono in discussione i tagli del personale. Insomma: un dialogo tra sordi. E lo scontro che si profila all'orizzonte rischia di diventare durissimo.
«E' inutile salire sui tetti: dobbiamo trovare soluzioni - ha attaccato la Gelmini alludendo al sostegno manifestato dal segretario del Pd, Dario Franceschini a chi ha scelto questa forma di protesta - Dobbiamo trovare una soluzione, altro che storie. Non è colpa di questo governo se i precari si trovano in questa situazione: da anni si è deciso di usare la scuola come una forma di ammortizzatore sociale, e si sono assunte 125.000 persone, molte più del necessario. E' come se in un ascensore che può ospitare cinque persone, ne fossero entrate il doppio». La risposta di Franceschini è altrettanto provocatoria: «Facciamo un patto: io la smetto di andare sui tetti delle scuole, e lei blocca la più grande operazione di licenziamento di massa organizzata da questo governo».
I sindacati si spaccano davanti alla proposta: Cgil ed Ugl contrarie, favorevoli Cisl ed Uil; ma ora rischiano di essere scavalcati dalla protesta. Le organizzazioni dei precari, infatti, hanno deciso di innalzare il livello dello scontro ed hanno convocato un "Precari Day" per sabato prossimo. Lo stesso giorno, a Genova, all'incrocio di via Tolemaide, i precari si improvviseranno lavavetri, protesteranno davanti al provveditorato, offriranno ripetizioni gratis. E dai tetti non scende, per il momento, nessuno.
Il meccanismo con cui il ministro Gelmini vorrebbe uscire dalla crisi è stato messo a punto, nei giorni scorsi, d'intesa con il responsabile del Welfare, Maurizio Sacconi. Il governo, grazie ad una sorta di "patto" tra Inps e ministeri interessati, intende estendere la indennità di disoccupazione per chi, nell'anno scolastico 2008-2009, abbiano avuto contratto annuale. La durata di questa forma di sostegno sarà di otto mesi, che possono arrivare a dodici solo per chi ha più di cinquanta anni. Dai conteggi della Gelmini, ne beneficeranno 10.000 precari (dei 42.000 docenti che si sono visti tagliare i posti, secondo i dati del Ministero, almeno 32.000 non sono da considerare perché si tratta di prepensionamenti), ma a precise condizioni: che non vengano rifiutati "progetti di reinserimento nel mondo del lavoro" alternativi, anche se non arriveranno dal mondo della scuola, ma dal settore dei servizi di "pubblica utilità", ad accettare una riduzione della retribuzione non superiore al 20%, che siano disponibili a brevi periodi di supplenza. Anche un solo "no" a queste condizioni farà perdere ogni beneficio. Non a caso, il ministro ha definito il provvedimento "contratto di disponibilità". In cambio, ai precari saranno garantiti punteggi e mantenimento in graduatoria. In più, si continua a lavorare per "accordi di programma" capaci di trovare una occupazione per chi ha perso il posto di docente.
Questa proposta era stata illustrata, in mattinata, dai tecnici del dicastero alle rappresentanze sindacali. Si è subito capito subito che si trattava di un appuntamento inutile: un dialogo tra sordi. «È un provvedimento fantasma, quasi una elemosina. E riguarda solo una minima parte delle famiglie interessate», è il senso della replica dei rappresentanti dei Cobas. «Non c'è una risorsa in più, non c'è alcuna assicurazione sulla regolarizzazione futura, non si mettono in discussione i tagli di personale già decisi, si spaccia come panacea una indennità di disoccupazione che sarebbe stata, in ogni modo, erogata»: ha detto Domenico Pantaleo, segretario della Cgil-scuola. I dirigenti della Uil, della Cisl non sono stati così duri: ma anche loro aspettano di capire come e quando il provvedimento dovrebbe vedere la luce.
Angelo Bocconetti
bocconetti@ilsecoloxix.it