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Secolo XIX: La scuola con meno profsdogana il telefonino

anche negli istituti genovesi si potrà usare più spesso il cellulare e i voti saranno trasparenti Primo giorno fra le proteste per i tagli. Ma la sorpresa è la nuova privacy

21/09/2010
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Il Secolo XIX

La scuola con meno profsdogana il telefonino

anche negli istituti genovesi si potrà usare più spesso il cellulare e i voti saranno trasparenti

Primo giorno fra le proteste per i tagli. Ma la sorpresa è la nuova privacy

matteo indice

L'ANNO SCOLASTICO si apre a Genova con 300 cattedre in meno, volantinaggi e proteste anti-Gelmini e lo spauracchio di uno sciopero pronti-via, mentre gli organici non sono esattamente completi (e la conferma arriva dal sito internet dell'Ufficio scolastico regionale) con carenze soprattutto di bidelli e insegnanti di sostegno, alcuni dei quali hanno «rinunciato». E però contemporaneamente la prima campanella sdogana pure l'uso del telefonino e in parte delle videocamere. E segna soprattutto il ritorno (con ogni probabilità) alla raffica di numeri e suspense davanti ai quadri, con buona pace delle mail da inviare prima alle famiglie degli studenti non ammessi agli esami, in nome d'una privacy ormai a livello d'ossessione.

Che cosa sta succedendo? Impegnata a fronteggiare i tagli del Ministero dell'Istruzione, la Direzione scolastica del capoluogo ligure dovrà recepire, e in fretta, le nuove norme in materia di tutela dei dati personali, pubblicate dal Garante con un recentissimo vademecum dal titolo "La privacy fra i banchi di scuola". Attenzione: non si tratta d'un documento in burocratese per regolare noiosissime procedure amministrative, ma un prontuario che rischia di cambiare svariate abitudini di studenti e insegnanti e genitori. Per dire: quello che in molti istituti risulta un semitabù - il videofonino - non lo sarà perlomeno in base a quanto disposto da Roma. Con il paradosso che se un allievo si mettesse a scrivere messaggini alla fidanzata durante il compito in classe, sarebbero sostanzialmente affari suoi. Chiaro che se sul display compaiono soluzioni o traduzioni, finisce male.

Il tutto per dire che va bene garantire il privato di ragazzi il più delle volte minorenni, ma bisogna dare una stretta agli eccessi. «La privacy - è la premessa lapidaria del Garante - è stata utilizzata in maniera talvolta impropria». E allora: trasparenza «assoluta» sui voti e le valutazioni in genere, dopo interrogazioni, compiti in classe e scrutini. All'ombra della Lanterna, è storia di pochi mesi fa, alcune famiglie hanno saputo riservatamente via internet (con una e-mail) o al telefono che il proprio figlio non era stato ammesso all'esame.

L'esperimento, alla luce delle nuove disposizioni, potrebbe rimanere confinato al passato. «Non c'è dubbio - spiega la direttrice scolastica regionale Annamaria Dominici - che si tratti di un passaggio importante, di cui dovremo discutere approfonditamente. Negli ultimi giorni la prioritàè stata la razionalizzazione degli organici, e credo si sia garantito il miglior inizio possibile. La nuova privacy? Non dimentichiamo che molta discrezionalità sarà delegata ai singoli istituti e ai loro dirigenti».

Il capitolo più succoso è senza dubbio quello sul cellulare: «L'utilizzo di telefoni, di apparecchi per la registrazione di suoni e immagini è in genere consentito, ma per fini personali e nel rispetto della dignità delle persone coinvolte».

Non ci voleva il Garante per capire che mettere su youtube il video di un pestaggio nei bagni dell'Einaudi di Sampierdarena (caso della primavera scorsa, con tanto d'indagine dei carabinieri) fosse proibito. Eppure quel «generalmente ammesso» farà la gioia di parecchi adolescenti.

Il Garante parla pure di temi e intimità. Nel senso che il professore può assegnare titoli sulla famiglia dei suoi alunni (potenzialmente densi di riferimenti alla vita e ai drammi privati), dovendo stare attento in caso di letture pubblica davanti ai compagni. C'è anche una strana "restrizione" che riguarda il collegamento con il mondo del lavoro, poiché non ci sarà possibilità - senza la preventiva autorizzazione dell'interessato - di comunicare il rendimento degli alunni migliori alle aziende.

Saranno segnate (anche) da questo le prossime settimane di scuola genovese. Con la speranza che il mosaico del personale raccolga in fretta le ultime tessere. Lo scenario non pare granché confortante e si è capito bene ieri pomeriggio al liceo scientifico Cassini, dove la Federazione lavoratori della conoscenza (Flc) della Cgil ha promosso un'assemblea per fare il punto. «In questo momento - attacca il segretario provinciale e regionale Adriano Bertolini - la scuola avrebbe bisogno di più fondi, più persone, più tempo e invece tutto si riduce; il vuoto si ripercuote sui più deboli, costringendo a destinare meno risorse ai diversamente abili, agli stranieri o semplicemente per ampliare l'offerta formativa». E otto ore di sciopero sono già sul tappeto. A Genova, è notizia dei giorni scorsi, non ci saranno super-classi (quota massima 31 per aula, risolto il caso dell'Odero dove rischiavano di trovarsi in 35) e qualche deroga è stata concessa al "ribasso", per esempio al Marsano.

In un quadro non proprio chiaro, c'è stato spazio per i volantinaggi, nel centro storico e non solo. I militanti di Sel (Sinistra ecologia e libertà) hanno distribuito un pieghevole in una quindicina di elementari con la scritta "Più ignoranza per tutti", accompagnata a un'immaginetta della Gelmini ribattezzata "Beata Ignoranza". Con loro Paolo Fasce, portavoce del comitato ligure dei precari, e sulla stessa lunghezza d'onda il Cogede, Comitato genitori democratici: «In questa situazione torna tutto limitato all'ambito ristretto dell'orario mattutino. Con i disagi, per esempio sul tempo pieno, che possiamo immaginare».