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Secolo XIX: la scuola nella bufera

Gelmini: «Via i prof politicizzati» Il Pd: «Intimidazioni a chi insegna». A Napoli il ministro fugge via mare alla contestazione

15/09/2009
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Il Secolo XIX

Napoli. È cominciato male l'anno scolastico 2009-2010. Precari scatenati in tutta Italia: scioperi della fame, occupazioni, sit-in, ricorsi al Tar. E poi aule sovraffollate, classi "ghetto" e la minaccia incombente dell'influenza A che la scuola non sa ancora bene come affrontare. Una miscela esplosiva che ha convinto il ministro Mariastella Gelmini a scegliere una location inusuale e "blindata" per salutare l'avvio delle lezioni.
L'isolotto di Nisida, ospita il carcere minorile di Napoli. Il ministro lo raggiunge via mare perché una cinquantina tra precari e genitori hanno nel frattempo bloccato l'unica via di comunicazione stradale. Evita la contestazione diretta, ma non gli strali dei manifestanti: «Teme il confronto», «Viene di nascosto perché non sa gestire il dissenso» gridano prof e genitori.
Di buon mattino, dagli schermi di Canale 5, la Gelmini getta benzina sul fuoco con una serie di considerazioni per nulla accomodanti. Suonano così: «Insegnanti e presidi che vogliono fare politica lascino la scuola»; «i precari, che stiamo aiutando con i cosiddetti contratti di disponibilità, sappiano che la loro condizione affonda le radici nel passato e non è imputabile a questo governo». E ancora: «Sui tagli agli insegnanti di sostegno la sinistra fa disinformazione». Tre bordate, una dietro l'altra, ma anche la conferma di voler mettere un tetto del 30% alla presenza degli alunni stranieri in classe e la ribadita convinzione che l'ora di religione debba avere la stessa dignità delle altre materie.
Poche ore più tardi il ministro spiega la ragione della visita al carcere minorile: annunciare lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per rifinanziare il progetto "LeAli del futuro", volto a potenziare l'offerta formativa per gli studenti presenti negli istituti penitenziari e a prevenire la dispersione scolastica. Applausi, ringraziamenti. Sull'isolotto la Gelmini ha persino il tempo per emozionarsi di fronte ai lavori di ceramica dei piccoli reclusi.
Ma sulla terraferma l'attende il fuoco incrociato dei precari e degli avversari politici. «La scuola è un luogo che va rispettato e non può ospitare dispute e conflittualità politiche; si può discutere su qualsiasi cosa, ma una volta che un provvedimento è diventato legge va rispettato» dice il ministro. La replica del Pd non si fa attendere: «Con la stessa tecnica di Brunetta, anche la Gelmini denigrando gli insegnanti vuole colpire e denigrare il sistema dei servizi pubblici», commentato Rosy Bindi. Di «inaccettabile nostalgia del Ventennio» parla invece la capogruppo in commissione Istruzione alla Camera Manuela Ghizzoni, che aggiunge: «Non c'è quasi città in cui non vi sia una protesta di piazza, e tutto quello che il ministro Gelmini riesce a fare è provare a intimidire gli insegnanti».
Passa all'attacco anche il Codacons che ieri ha annunciato i primi ricorsi dei precari (un centinaio) al Tar del Lazio contro i tagli dei posti di lavoro. La battaglia è appena cominciata.
Bruno Lugaro
lugaro@ilsecoloxix.it