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Secolo XIX: La scuola parla laico e la Chiesa spagnolasi mobilita contro Zapatero

Il governo afferma che «Il sistema d'istruzione servirà a insegnare i valori di una democrazia più moderna».

08/08/2007
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Il Secolo XIX

victoria burnett
Mentre nel cuore dell'estate i bambini spagnoli giocano ignari sulle spiagge, qualcuno sta preparando una nuova scuola per loro: si è aperta una polemica sulle modifiche nel sistema d'istruzione che li attenderà a settembre. Il governo afferma che «Il sistema d'istruzione servirà a insegnare i valori di una democrazia più moderna».
A settembre il nuovo metodo verrà introdotto in diciassette regioni della Spagna, e entro il 2008 in quelle rimanenti. Il sistema coinvolgerà i bambini dagli undici anni in su: una delle novità consiste nello svolgimento di uno stage di una o due ore alla settimana. Come afferma Victorino Mayoral, giurista di orientamento socialista e presidente della Fondazione Cives, coinvolta nella realizzazione del progetto, gli studenti «riceveranno un'educazione basata sull'etica, il valore civile, e lo studio dei diritti umani». In base ai valori cari alla Costituzione del 1978, queste lezioni tratteranno nuove tematiche come le violenze familiari e la guida pericolosa in auto che provoca la perdita di migliaia di vite in Spagna ogni anno. Ma le lezioni tratteranno anche di sessualità e famiglia.
La Chiesa è già sul piede di guerra. I vescovi cattolici affermano che questo sistema educativo sottrae alla famiglia la libertà di formare la moralità del bambino. «La moralità e la volontà inducono alla scelta di valori che in alcuni casi divergono radicalmente fra loro». Il concilio episcopale ha invitato i genitori a protestare contro il nuovo programma d'istruzione con qualsiasi mezzo legittimo, e alcuni vescovi hanno proposto un boicottaggio. Nel mese di giugno, in una lettera aperta ai fedeli, il cardinale Antonio Canîzares, arcivescovo di Toledo, ha detto che questa scuola spingerà la società ad accettare «una visione dell'uomo che si discosta da quella vera, e soprattutto dalla visione cristiana». Il cardinale Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, ha etichettato il programma scolastico come «Un serio problema» in quanto mira a «formare un individuo, che è comunque dissonante con l'idea di Stato». Il programma «è in contrasto con i principi fondamentali della Costituzione e con il diritto dei genitori a scegliere il tipo di educazione morale dei figli», ha dichiarato il mese scorso Varela, in occasione di un seminario sulla religione organizzato dall'Università Re Carlos di Madrid.
Il primo ministro Josè Luis Rodriguez Zapatero, il mese scorso, ha replicato ai vescovi che «non c'è alcuna fede al di sopra della legge» e che «il compito della societàè insegnare alla comunità il valore del rispetto e della pace». «La Spagna è un Paese laico, ed è lo stesso principio di laicità che garantisce il pluralismo e la tolleranza», ha aggiunto il primo ministro rivolgendosi ai giovani socialisti nel convegno del 22 luglio.
Anche l'opposizione conservatrice che si identifica con il Partito popolare, uniti a un gruppo di genitori e insegnanti, intende battersi contro l'introduzione del nuovo programma. Alfonso Aguil, preside cattolico e capo dell'Associazione di Madrid dei Gruppi di insegnamento privato, afferma che 2.500 genitori di 40.000 studenti, rappresentati dall'associazione, non vogliono che i figli partecipino a queste lezioni. Durante un'intervista telefonica, Aguil critica i testi scolastici che, secondo lui, pongono sullo stesso piano eterosessualità, omosessualità, bisessualità, e transessualità. «Molti genitori non vogliono che i figli credano all'esistenza di cinque tipi di sessualità che corrispondono a loro volta a cinque tipi di famiglia». Il preside cattolico aggiunge che alla moralità individuale si sta sostituendo gradualmente un dogma temporale. Lui e gli altri oppositori ritengono che il nuovo programma intenda formare lo stesso spirito nazionale che regnava sotto la dittatura di Francisco Franco. «Il governo non può affermare che la religione non esiste, che l'unica religione è il secolarismo», afferma Aguil.
Mayoral replica che il programma non intende privilegiare un modello sociale a spese di un altro, ma piuttosto informare gli studenti, per esempio sul fatto che i matrimoni gay ora in Spagna sono legali. La realtà nelle scuole di oggi riflette ogni genere di famiglia «Genitori single, gay, divorziati?», spiega. «Noi desideriamo che i nuovi corsi rispecchino la realtà e come questa si traduce nella legge».
Mentre la Chiesa cattolica legge in questa riforma un conflitto tra il tipo di moralità e il modello liberal di Zapatero, i dati indicano che la comunità non vede questa differenza. Circa tre quarti dei genitori scelgono l'insegnamento della religione cattolica a scuola, mentre due terzi appoggiano i matrimoni gay. Raquel Mallavibarrena, portavoce di Cristian Networks, un gruppo di cristiani progressisti, sostiene che «La comunità cattolica è formata da una pluralità che non riflette quella che ci presentano i vescovi». «E' un peccato che non ci sia un maggiore dialogo, una maggiore flessibilità», aggiunge. Persone come Mallavibarrena dicono che questa rigiditàè la ragione che sta facendo perdere tanti fedeli alla Chiesa, un'istituzione che ha perso ormai i suoi antichi privilegi.
In un sondaggio effettuato nel mese di luglio dal Centro di ricerca sociologica di Madrid, il 77 per cento degli intervistati si considera cattolica, ma solo il 16 per cento di questi va in chiesa ogni domenica; anzi, il 55 per cento ha dichiarato di non andarci quasi mai. La Spagna ospita circa un milione di musulmani e più di un milione tra evangelisti e protestanti. Sembra che la Chiesa veda nel nuovo programma scolastico una minaccia alla propria influenza nel sistema educativo, una zona dove essa esercita ancora un potere enorme. Un quarto del Paese sceglie di mandare i bambini nelle scuole cattoliche, finanziate per metà dallo Stato e per l'altra metà da fonti non governative.
La Chiesa ha il potere di assumere e licenziare gli insegnanti di religione nella scuola pubblica, e controlla il loro comportamento nel privato. Questa forma di ingerenza è uscita allo scoperto recentemente, quando una Corte di giustizia ha giudicato un caso di licenziamento nelle Isole Canarie. El Pais riporta che in luglio la Corte ha riconosciuto a una maestra i danni per un valore di 22.000 dollari. L'insegnante era stata licenziata nel 2000 perché viveva con un uomo che non era suo marito.
Alcune voci dicono che la polemica sia stata sollevata dalla minoranza conservatrice per mobilitare l'opposizione di Zapatero, eclissando in tal modo ciò che era stato detto di buono sul sistema d'istruzione in Spagna. «In una società eterogenea e in continuo cambiamento come quella spagnola, per gli studenti è fondamentale confrontarsi, apprendere, riflettere e considerare opinioni differenti», dice Mallavibarrena. Ma anziché discutere su cosa sarebbe meglio modificare nel nuovo sistema d'istruzione, commenta, lo Stato e la Chiesa si scagliano pietre.
© International Herald Tribune e per l'Italia Il Secolo XIX.
(Traduzione di Chiara Marchese)