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Secolo XIX: Mancano i supplenti studenti divisi nelle aule

LA SCUOLA non può più permettersi i supplenti. E per far fronte alle emergenze, quando un insegnante si ammala, ricorre all'odiata pratica dello "scorporo": dividere la classe in gruppetti di studenti che vengono distribuiti in altre aule

31/01/2010
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Il Secolo XIX

martedì riunione al cassini

LA SCUOLA non può più permettersi i supplenti. E per far fronte alle emergenze, quando un insegnante si ammala, ricorre all'odiata pratica dello "scorporo": dividere la classe in gruppetti di studenti che vengono distribuiti in altre aule. A lanciare l'allarme è il preside della scuola media Don Milani-Colombo, Paolo Cortigiani. «Ci troviamo di fronte a un'emergenza finanziaria - spiega - Il bilancio non ci permette di garantire la copertura dei docenti assenti. Non abbiamo i soldi necessari per stipulare i contratti con gli insegnanti e neppure per pagare le ore in più ai docenti interni».
Il fenomeno sta dilagando in città ed è stato al centro di un vertice a porte chiuse, venerdì scorso, tra i dirigenti scolastici liguri e Anna Maria Dominici, direttore scolastico regionale. Un'altra riunione in versione ridotta, con i soli dirigenti genovesi e spezzini, si terrà martedì mattina al liceo scientifico Cassini di Genova. Nel corso del vertice di venerdì Dominici ha fatto sapere ai dirigenti che lo Stato non ha intenzione, per ora, di ripianare il suo debito con le scuole. Debito che, soltanto a Genova e in Liguria, è di 12 milioni di euro. Per far quadrare i conti c'è chi propone di usare il fondo d'istituto per pagare i supplenti, chi di chiedere un aiuto economico alle famiglie e chi, sempre più spesso, ricorre allo "scorporo": dividendo la classe e inserendo gruppi di sei-sette alunni in altre aule.
«Il governo sta mettendo la scuola in condizione di non funzionare», dice Paola Repetto, segretaria regionale della Flc-Cgil Scuola. «La decisione dello Stato di non ripianare il debito costringe le scuole ad arrangiarsi. Non vorrei che fossero costrette ad usare il fondo d'istituto, che dovrebbe servire per migliorare l'offerta formativa, non per gli stipendi», dice la sindacalista.
Nessuno, per ora, intravede una soluzione migliore.«Siamo tra Scilla e Cariddi - aggiunge Cortigiani - e nell'immediato futuro, se il ministero non cambierà linea, potremmo trovarci costretti a scegliere tra l'interruzione di pubblico servizio e la distrazione di fondi per pagare i supplenti. Non so quale delle due illegittimità sia peggio». Recentemente la sua scuola ha ricevuto dal ministero dell'Istruzione 30mila euro. Un finanziamento straordinario che sarebbe dovuto servire "ad introdurre la tecnologia nella didattica quotidiana". Così recita la brochure di presentazione del progetto "Classi 2.0", che ha selezionato diverse scuole d'Italia, di cui sei in Liguria, tra cui la Don Milani-Colombo. «Abbiamo avuto l'onore di essere stati scelti, e quindi abbiamo ricevuto quel finanziamento. Peccato però che, a livello di cassa, quei soldi li abbiamo già spesi tutti. Sono serviti a pagare la pulizia, la cancelleria, e i supplenti».
Il caso è approdato anche in consiglio provinciale: «Alla Don Milani-Colombo sono stati corrisposti fondi pari a meno di un decimo delle somme dovute e riferite agli anni 2006, 2007 e 2008», ha riferito, ai colleghi di Palazzo Doria Spinola, il consigliere del Pd Federico Campanella. «Questa - ha detto Campanella - è una scuola che garantisce un servizio formativo ed educativo di eccellenza, per l'integrazione degli studenti stranieri e per i suoi progetti didattici all'avanguardia. Ma che ora deve fare i salti mortali per poter funzionare. Come quasi tutti gli istituti della città». Maria Teresa Poggi del Pd aggiunge: «il problema è ben più grande e riguarda tutta la scuola pubblica, per la quale l'interesse dello Stato è molto ridotto».Francesco Margioccomargiocco@ilsecoloxix.it