Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Secolo XIX-Nasce la scuola a "Y" la grande scelta a 14 anni

Secolo XIX-Nasce la scuola a "Y" la grande scelta a 14 anni

Nasce la scuola a "Y" la grande scelta a 14 anni Varata la riforma che partirà nel 2006. L'offerta pubblica prevede due strade alternative: 8 licei oppure la formazione professionale Ro...

28/05/2005
Decrease text size Increase text size
Il Secolo XIX

Nasce la scuola a "Y" la grande scelta a 14 anni
Varata la riforma che partirà nel 2006. L'offerta pubblica prevede due strade alternative: 8 licei oppure la formazione professionale
Roma Il ministro dell'istruzione Letizia Moratti lo chiama percorso a ypsilon. Come in una Y c'è una prima parte - la scuola primaria - comune a tutti, dopodiché a 14 anni, la Grande Scelta: da una parte il sistema dei licei, dall'altra quello della formazione professionale. Una riforma epocale che entrerà in vigore nell'anno scolastico 2006-2007 e che ieri il Consiglio dei ministri ha varato in forma di decreto.
Accolta con diffidenza dai sindacati e criticata dalle opposizioni, la riforma messa in pista ieri ribalta tutti gli schemi attuali: introduce otto tipi diversi di liceo, inglobando gli attuali istituti tecnici; prevede cinque anni per tutti e la possibilità di passare da un tipo di istruzione all'altra; punta sulla creazione dei "campus", nei quali coabiteranno i diversi tipi di liceo; alla fine del primo biennio di liceo, tutti i ragazzi otterranno un "patentino informatico".
Si parte. Il provvedimento varato ieri dal governo è il calcio d'inizio di un percorso non breve: il decreto dovrà ottenere il parere (non vincolante) della Conferenza Stato-Regioni e poi quello delle commissioni parlamentari competenti, che potranno anche introdurre modifiche. Infine, la bozza tornerà di nuovo al Consiglio dei ministri per un via libera definitivo, che non potrà andare oltre il prossimo mese di ottobre, altrimenti la delega decade o deve essere spostata in avanti. Lungo il percorso non mancheranno gli ostacoli, considerando che nella maggioranza ci sono posizioni diverse e che ci sono controversie con le Regioni, che hanno in carico gli istituti professionali.
Sono quindi prevedibili ulteriori cambiamenti di rotta e del resto il testo approvato ieri dal governo era l'ultimo di undici bozze, riviste e corrette dal ministro. Nell'ultima versione, non ci sono particolari colpi di scena a parte il ritorno a due delle ore di ginnastica (in precedenza ridotte a una fra molte polemiche). Per il resto, lo schema e il senso della riforma sono rimasti quelli annunciati dalla Moratti, che ieri ha così sintetizzato lo scopo del nuovo ciclo secondario: "I ragazzi usciranno tutti con una qualifica o un diploma". Per la riforma, il governo ha stanziato 87 milioni di euro in due anni.
Otto licei. Immaginate otto licei, alcuni dei quali convivono in uno stesso "campus", termine esterofilo che richiama prati verdi e scuole celebri ma qui da noi vuole semplicimente dire istituti diversi in uno stesso edificio. L'idea sarebbe questa: un ragazzo si iscrive al Classico (un liceo "generalista") ma, se poi scopre che il greco non fa per lui, cambia di piano e passa a un corso di musica (liceo con indirizzo). La futura scuola secondaria si fonda, infatti, su un doppio canale di istruzione, che è destinato in teoria a convivere: da una parte, sono previsti quattro licei a indirizzo generale o meglio "senza indirizzo", dall'altra altri quattro licei con indirizzi professionali specifici. I corsi di studio liceale durano cinque anni, articolati in un doppio biennio più un anno, e si chiudono con l'esame di Stato. Il titolo di studi finale apre la strada verso l'Università ma ha già un valore legale.
I licei senza indirizzo sono: Classico, Scientifico, Linguistico e Scienze umane. I licei con indirizzo sono: Economico, Tecnologico, Artistico e Musicale. Ognuno dei licei con finalità di formazione professionale è suddiviso in "indirizzi", per consentire ai ragazzi di specializzarsi. Per esempio, l'Economico prevede settori come Ricerca, Finanza, Indirizzo aziendale, suddiviso in Moda, Turismo e Agroalimentare. Il liceo artistico consentirà di specializzarsi in arti figurative, in design o in multimedialità e scenografia. Una volta iniziato un tipo di corso, si potrà cambiare strada facendo. Ma i sindacati hanno qualche dubbio: "La cosiddetta "passerella", prevista dalla Moratti, rischia di non funzionare. Difficilmente un ragazzo che parte con un liceo tecnico passerà al Classico o allo Scientifico. Accadrà solo il contrario", ha spiegato al Secolo XIX il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna.
Tutti al campus. E' una delle maggiori novità ma anche un punto controverso perché i cosiddetti "campus" rischiano di infilarsi nella solita controversia costituzionale tra lo Stato e le Regioni, che rivendicano appunto una competenza specifica in materia di istruzione professionale e sulla scuola in generale. Non è ancora chiaro, quindi, a chi dovranno fare capo queste sedi uniche di licei diversi, quelli senza un indirizzo e gli ex istituti tecnici. C'è anche un altro problema: "Non si sa ancora che fine faranno gli istituti professionali (Alberghiero, Artigianato, Commercio e via dicendo), gestiti oggi dalle Regioni. E, soprattutto, non si sa che fine faranno tutti gli insegnanti di queste scuole, quando ci sarà il passaggio di competenze", ha osservato Di Menna.
Le materie. Al Classico diminuiranno di fatto le ore di greco e la fisica si studierà per tre anni, dal quinto ginnasio; le scienze naturali si studieranno solo per quattro anni; l'inglese sarà nel curriculum per tutti e cinque gli anni. Al liceo scientifico, il latino si fermerà al quarto anno. Al nuovo Tecnologico si studierà meno italiano e più matematica. E' previsto un "orario minimo annuale" pari a 990 ore, di cui tre quarti a frequenza obbligatoria; chi si stanca potrà mollare prima, con un titolo professionale dopo tre anni e un diploma dopo quattro.

Michele Lombardi
28/05/2005