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Secolo XIX-"Scuola e ricerca, che disastro"

"Scuola e ricerca, che disastro" Da Mantova l'ex ministro De Mauro pone l'accento sulle carenze dell'istruzione in Italia "Dalla Moratti tagli ai contributi e alle ambizioni" Mantova. ...

14/09/2004
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Il Secolo XIX

"Scuola e ricerca, che disastro"
Da Mantova l'ex ministro De Mauro pone l'accento sulle carenze dell'istruzione in Italia
"Dalla Moratti tagli ai contributi e alle ambizioni"
Mantova. Si parla anche di scuola al Festivaletteratura con Tullio De Mauro, uno dei più importanti linguisti italiani. Studioso di de Saussure, insegna filosofia del linguaggio presso l'università di Roma e ha curato opere come il Grande Dizionario Italiano dell'Uso. Attento al mondo della scuola italiana, ai suoi pregi e ai suoi difetti, nel 2000 è stato ministro della Pubblica Istruzione.
L'Italia non è certo in una buona situazione: il numero di diplomati e laureati è basso, si spende sempre meno per la scuola e le aziende non investono nella ricerca.
"Da 45 anni le Nazioni Unite usano degli indicatori per calcolare l'indice di sviluppo umano. Noi siamo messi male. Se per il reddito pro-capite siamo al quattordicesimo posto, gli indicatori scolastici e culturali ci trascinano al trentesimo.
E' anche basso il nostro indice di creatività economica che si basa sul rapporto tra istruzione e numero di nuove aziende che nascono. Per non parlare dei brevetti: ne produciamo 750 l'anno, la Spagna - che ha la metà dei nostri abitanti - ne produce 2000, gli altri Paesi europei oscillano tra i 14 e i 20 mila brevetti, mentre Usa e Giappone arrivano intorno ai 120 mila.
Il nostro governo stenta a capire questo problema: vuole abolire "L'Istituto di alta matematica" perché - dicono - non serve a niente e costa tanto. Fermare un istituto di questo genere per tre anni, vuol dire perdere un'intera generazione di studiosi che emigra o fa dell'altro. Vuol dire uscire dai circuiti internazioni della grande ricerca. Istituti di questo genere servono per aiutare la ricerca applicata perché poi si possano creare i brevetti. Ecco a cosa serve. Con il ministro Moratti si sta verificando un decremento pauroso del contributo italiano alla ricerca".
Un rapporto del Cede pubblicato nel 2000 metteva in evidenza la competenza reale delle persone: ne veniva fuori un quadro sconsolante con un'alta percentuale di italiani che si fermano ai primi elementi dell'alfabetizzazione.
"Sono persone che pesano su tutti noi. Con loro non riusciamo a dialogare sulle scelte politiche o sull'avvenire dei nostri figli. Un altro studio ha segnalato che i bambini che crescono in una famiglia che possiede meno di 50 libri sono destinati all'insuccesso scolastico. Con una pizza in meno e un tascabile in più potrebbero investire sul futuro dei loro figli".
Le scuole stanno riaprendo, tante le riforme e i tagli in diversi settori, tra cui quelli al sostegno dei disabili. Perché due anni ancora di questo governo possono produrre uno sfacelo, come sostiene lei?
"Si vuole svuotare di senso l'esame di Stato, è un grande danno. Si torna ad ancor prima di Croce e di Gentile. Un'altra cosa che ci fa precipitare nel passato è stabilire, quando un ragazzo ha 13 anni, se potrà fare l'operaio o il professionista. La questione dei profili professionali in età così precoce, costringerà la maggior parte dei ragazzi a fare i manovali. O almeno sarà difficile che un figlio di un manovale possa aspirare a fare una professione".
Come accoglievano le sue proposte quando era ministro nel governo di centrosinistra?
"I colleghi ministri e i leader politici erano molto disattenti a queste problematiche, ma non i parlamentari. Voi sapete quanto siano poco frequentati sia Camera sia Senato, ebbene quando si dibatteva della riforma della scuola si riempivano. Il problema sta ai vertici".
Quali sono stati i meriti principali della scuola italiana nel secolo passato?
"Per tutto il Novecento si è lottato contro l'analfabetismo, la scuola ha fatto miracoli. E pensare che la Moratti si è permessa di dire che la scuola elementare è un'istituzione al collasso. Basterebbe conoscesse i numeri. Ai ragazzi che iniziano la scuola in questi giorni auguro di incontrare buoni insegnanti: infatti il primo fattore che aiuta il successo scolastico degli studenti è la qualità del professore".
Ma come sono questi insegnanti italiani?
"Da un'indagine de Il Sole 24 Ore è venuto fuori che i professori leggono quanto la media degli italiani. Sono come tutti gli altri, né migliori né peggiori, però vengono pagati meno di altre categorie del pubblico impiego".

Laura Guglielmi
13/09/2004