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Secolo XIX: Scuola, via agli scioperi

Tagli di docenti e maestro unico: si mobilitano insegnanti, genitori e sindacati

07/09/2008
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Il Secolo XIX

AVEVA CHIESTO ai sindacati di preparare "un autunno di responsabilità e non la solita stagione calda", aveva chiesto, insomma, di non "alzare le barricate contro il decreto sulla scuola". Ma la richiesta del ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini cadrà nel vuoto, perché associazioni, docenti e genitori sono già sul piede di guerra contro un provvedimento che, con il ritorno del maestro unico alle elementari, prevede il taglio di 87mila insegnanti.

La scure del governo si abbatterà anche su altre 47mila unità tra personale tecnico e amministrativo, di cui la Finanziaria prevede il licenziamento nei prossimi tre anni. Un'ondata di tagli contro cui i sindacati stanno organizzando scioperi e manifestazioni in serie, mentre nelle scuole montano le proteste delle famiglie e gli insegnanti preparano volantini e manifesti.

Promette battaglia anche l'opposizione, che accusa il governo di voler «smantellare la scuola pubblica a colpi di decreti», mentre rumoreggiano persino esponenti del centro destra. Come Lino Leanza, segretario regionale del Mpa, il partito del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, che sibila: «Ci opporremo ai tagli della Gelmini, partecipando alle grandi mobilitazioni dell'autunno. Dopo le sue poco felici dichiarazioni sulla qualità dell'istruzione in Sicilia, ora il ministro si prepara a tagliare nella nostra regione 2500 docenti e altre 160 persone».

Si profila quindi un muro contro muro. Da una parte il ministro, secondo cui «i tagli sono indispensabili per trovare risorse, visto che il 97% della spesa per la scuola se ne va per gli stipendi», e che ha come ispiratore e fautore della sua linea dura il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Dall'altra, il centro sinistra, i sindacati e gran parte del mondo della scuola. Tutti uniti contro il decreto sulla scuola, in una lotta che comincia già ad avere date precise.

Unicobas ha indetto per il prossimo 3 ottobre uno sciopero con manifestazione nazionale a Roma, davanti alla sede del ministero dell'Istruzione in viale Trastevere. Una protesta contro i tagli, ma anche contro le leggi «razziali contro i malati», ossia le decurtazioni sullo stipendio per gli insegnanti fermati dalla febbre o dal mal di pancia, volute dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta.

Ma se quello del 3 ottobre sarà il primo sciopero nazionale, sono imminenti le iniziative locali, sparse su tutto il territorio nazionale. A Genova e provincia il personale del comparto entrerà in agitazione dal 15 settembre, ossia dal primo giorno di scuola. Un'iniziativa voluta da Cgil, Cisl, Uil e Snals, che nello stesso giorno distribuiranno volantini davanti agli istituti e organizzeranno gazebo informativi. A Palermo invece gli insegnanti elementari precari, ossia i più colpiti dai tagli, scenderanno in piazza già martedì prossimo, con un corteo che si concluderà davanti alla prefettura. A Roma è invece appena sorto un comitato genitori-docenti contro il ritorno al maestro unico, mentre dal 15 settembre dovrebbe essere occupata la scuola Iaqbal Masih nel quartiere Casilino, uno dei centri della protesta.

A Milano è iniziata una campagna per spingere i genitori a inviare fax di protesta al ministero dell'Istruzione, mentre sono in preparazione cortei e iniziative anche a Torino, Firenze, Parma, Napoli e Bari. Nel frattempo, l'opposizione spara a zero sul ministro. Pierluigi Bersani, ministro dell'Economia nel governo ombra del Pd, afferma: «Gelmini non ha la credibilità per essere la responsabile dell'Istruzione, da quale pulpito può parlare di meritocrazia e valore di studenti e insegnanti?».

Un chiaro riferimento alla scelta della bresciana Gelmini di sostenere l'esame da avvocato a Catanzaro: un "avvocatificio" sottoposto più volte a indagini, dove il 94% dei candidati veniva promosso. Il ministro ombra per l'Università, Mariapia Garavaglia, chiede invece «una mobilitazione generale contro i disastrosi tagli di questo governo, che è riuscito a mistificare i veri problemi della scuola». E, alla proposta del direttore generale di Confindustria, Maurizio Beretta, di mettere la pubblicità sui libri di testo per abbassarne il prezzo, replica: «Sarebbe in contraddizione con il ruolo della scuola».

Luca De Carolis