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Secolo XIX: TreeLLLe": scuola migliore con quattro formule

Abbasso il centralismo della scuola italiana governata da un esercito: 20 mila addetti alla burocrazia ministeriale centrale e periferica

05/07/2006
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Il Secolo XIX

Genova. Abbasso il centralismo della scuola italiana governata da un esercito: 20 mila addetti alla burocrazia ministeriale centrale e periferica che gestiscono 10.700 scuole, 10 mila capi d'istituto, un milione di docenti per 7 milioni e mezzo di studenti. Meglio confrontarsi con Olanda, Inghilterra, Finlandia, Svezia dove il centralismo è stato spiazzato e l'autonomia, che da noi è legge ma non realtà, ha preso finalmente la sua strada.

Ecco dunque le quattro formule per una buona scuola: una gestione autonoma e responsabile, una formazione specialistica per gli insegnanti e i capi di istituto, il riconoscimento dei meriti individuali per motivare e incentivare gli operatori a dare il meglio di sè, un sistema nazionale indipendente di valutazione dei risultati, bussola essenziale per le scelte dei decisori pubblici e delle famiglie.

E' il modello che propone TreeLLLe l'associazione no profit (che fa ricerca e progettazioni per il miglioramento della scuola italiana, anche attraverso un forte monitoraggio di sistemi educativi europei) che ieri ha presentato a Roma l'ultima sua pubblicazione, il Quaderno numero 5 "Per una scuola autonoma e responsabile" al ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni. Gli interventi: Attilio Oliva Presidente di TreeLLLe, Andrea Schleicher per l'Ocse, Giuseppe Valditara, Carlo Callieri, Giancarlo Lombardi. E' giusto rilevare che il ministro si è detto sostanzialmente d'accordo con le tesi dell'associazione - quindi la necessità che l'autonomia debba essere incentivata - ma è preoccupato che «il centralismo regionale venga sostituito dal centralismo regionale», ribadendo che le funzioni di indirizzo e di controllo sono comunque ad appannaggio del ministero e dello Stato.

Il presidente Attilio Oliva ricorda che lo scorso anno TreeLLLe aveva incentrato una ricerca sugli insegnanti della scuola dell'autonomia, «questa volta puntiamo sulla organizzazione, sottolineando che non funzionano bravi insegnanti in una cattiva organizzazione. E viceversa». Aggiunge: «Abbiamo cercato di disegnare un modello di scuola dell'autonomia, individuandone i nemici. Vale a dire: la burocrazia ministeriale che è naturalmente restia a cedere i suoi poteri. Il legislatore che fa le leggi ma non le implementa; i sindacati di categoria che privilegiano la trattativa e il mantenimento del loro potere a livello centrale; la cultura della dipendenza di molti operatori che all'autonomia responsabilizzante preferisce la sicurezza dell'ombrello protettivo statale».

In conclusione: le tre autonomie funzionali alla scuola sono quella finanziaria, quella didattica e quella organizzativa. Dal rapporto di TreeLLLe risulta che oggi meno dello 0,5% della spesa totale è gestita dalla scuola. Quanto all'autonomia didattica, va rinnovato l'impegno dell'università per il miglioramento della scuola, per la ricerca educativa e per la formazione professionalizzante dei nuovi insegnanti e dei dirigenti. Dirigenti che, secondo gli esperti di Treellle, devono gestire una quota del monte stipendi per riconoscere incentivi individuali temporanei e che sia il consiglio d'istituto su proposta del dirigente a reclutare tutto il personale, dopo avere definito il proprio organico nei limiti delle risorse finanziarie attribuite.

Donata Bonometti