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Secolo XIX-Troppi stranieri, la scuola in crisi

Troppi stranieri, la scuola in crisi I sindacati liguri lanciano l'allarme: la situazione è irrisolvibile a causa dell'organico ridotto all'osso, delle cattedre bloccate e dei budget magri Mancano...

29/08/2005
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Il Secolo XIX

Troppi stranieri, la scuola in crisi
I sindacati liguri lanciano l'allarme: la situazione è irrisolvibile a causa dell'organico ridotto all'osso, delle cattedre bloccate e dei budget magri
Mancano insegnanti per aiutare i giovani a integrarsi
Genova "Temiamo il tracollo: l'aumento vertiginoso degli studenti stranieri, che si va ad assommare alla forte area di disagio dei ragazzi italiani di difficile tenuta nelle classi, dove, per loro il sostegno non è comunque previsto, può diventare un caso esplosivo". Lo denunciano i sindacati liguri della scuola, ma lo ammettono anche in Provveditorato a Genova. La scuola genovese, che riproduce situazioni simili a tutte le grandi città italiane, soprattutto del Centro-Nord, è sempre più povera e sempre più isolata.
"Quest'anno ci aspettiamo un considerevole aumento degli stranieri a fronte di minori risorse economiche e di minori disponibilità del personale docente. Sarà una situazione molto aspra" dice il provveditore di Genova, Sara Pagano. Quegli stranieri poco inseriti, quegli italiani afflitti da un disagio familiare e ancor più disinseriti, e "ingovernabili", fino a ieri trovavano una sponda negli insegnanti in più: quelli che, per esempio, avevano una cattedra di 15 ore e se ne avanzavano tre le si destinavano al recupero di questa parte di scolaresca problematica. Ma oramai le cattedre sono bloccate a 18 ore e alternative di tutela non le offre neppure più quello che una volta era il personale aggiuntivo di un organico funzionale. Budget finanziari tali da consentire un tot di straordinari degli insegnanti, o supplenti in più come capitava, per arginare situazioni che avrebbero bisogno di sostegno anche se non ne hanno il diritto, le scuole, se pur in autonomia di spesa, non ne possiedono più. Mentre quest'anno le classi sono particolarmente popolate: Genova, per esempio, che aveva conosciuto minimi storici di 18-19 alunni per classe, quest'anno è risalita a quota 23-25. E' bene che sia finita l'era del "baby-sboom" ma classi affollate non sono favorevoli alla contingenza che si sta creando.
"Nei prossimi mesi esploderà il caso - incalza Paolo Quattrida, della Cgil Scuola ligure - perché fino a un paio d'anni fa la scuola era ancora in grado di contenere anche esasperate situazioni di bisogno. Già lo scorso anno, in condizioni di progressiva solitudine, con l'organico all'osso, si ricorreva, sempre più spesso, a metodi punitivi per far fronte a situazioni non altrimenti controllabili. Vale a dire un bel po' di sospensioni, così almeno il ragazzo difficile per un po' sta lontano da scuola. E tutti stanno più in pace, lui compreso". Per ora è il solo strumento, ma, è evidente, non è il più adatto.
Intanto, sono giorni intensi nei provveditorati di tutta l'Italia. Si procede alle nomine delle supplenze, decine di centinaia anche quest'anno. Fra gli organici di diritto e di fatto, tra le iscrizioni di marzo e gli studenti che nel frattempo si sono aggiunti, c'è una sostanziale differenza di organico. Ecco qualche numero eloquente citato dal Provveditorato di Genova: 7 classi in più alle elementari (a San Teodoro, Albaro, Terralba, Cornigliano, Bolzaneto), cinque classi in più alle medie. Infine 14 prime classi in più alle superiori, dove però molte classi successive alle prime, per effetti anche di accorpamenti, sono diminuite. Si provvederà con le nomine dei supplenti e il provveditore Pagano giura che l'anno scolastico non inizierà con cattedre scoperte. Cercando di sopperire alle carenze del cosiddetto contingente ministeriale (l'organico fissato) ridotto a 53 posti in ruolo per le materne (più 8 sostegni), 161 alle alementari (più 36 sostegni) 46 alle medie inferiore (più 26 sostegno) e 74 alle superiori più 11 sostegno.
Tema su cui il provveditore di Genova, pur sapendo che non tutte le deroghe saranno concesse e che le proteste come ogni anno si faranno sentire, ragiona portando, a difesa, alcune statistiche. Fermo restando che un perfetto inserimento di uno studente disabile richiederebbe un rapporto di uno a uno (e tutti lo sanno ma pochi osano dirlo), la Liguria risulta avere 1,88 insegnanti di sostegno ogni persona portatore di handicap. A fronte del 1-4,21 della Lombardia, 1-3,87 dell'Emilia Romagna, 1-3,56 del Veneto. "Il rapporto più civile del Nord Italia è il nostro. E' indubbio, l'esigenza di posti per il sostegno è più che legittima, le richieste sono documentatissime, ma più di tanto non è possibile soddisfare. Le direzioni regionali, nel caso, devono anche rispondere alla Corte dei conti".