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«Senza conoscenza non c'è futuro»

La due giorni degli «Stati generali»

19/05/2011
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il manifesto

 

Nel paese dove il Censis dice che i giovani fino a 24 anni sono diminuiti in dieci anni di due milioni e sono «perduti» perché lasciano la scuola o l'università mortificate dai tagli, gli Stati generali della conoscenza che si sono conclusi ieri al centro congressi Frentani di Roma hanno scelto di andare in controtendenza. Senza cedere troppo alle retoriche sulla «società della conoscenza», le 32 associazioni, sindacati e movimenti di studenti, insegnanti, docenti, ricercatori, lavoratori e precari, che hanno animato il dibattito per due giorni, si sono impegnate a rilanciare politiche sociali ed economiche.
Il comitato promotore - composto, tra gli altri, dalla Flc-Cgil, dall'associazione dei maestri cattolici, dal coordinamento genitori democratici, dai ricercatori della Rete 29 aprile dagli studenti di Link-Uds fino alle associazioni di promozione sociale come Libera, Tavola della Pace, Arci e Legambiente - ha dato appuntamento alle ottocento persone presenti per la primavera dell'anno prossimo per una nuova edizione degli Stati generali, mentre si prevede che in autunno la nascita di una serie di «laboratori territoriali». «La cultura è premessa e garanzia della nostra libertà - ha detto Don Luigi Ciotti di Libera introducendo ieri i lavori - ed è fondamentale per la salute del nostro paese. I tagli che la stanno mortificando sono il sintomo di una crisi politica ed etica, prima ancora che economica. In soli due anni i fondi per le politiche sociali sono passati da 2 miliardi e mezzo di euro a poco più di 700». Molti si chiedono dove attingere le risorse necessarie per rifinanziare un sistema che il governo ha deliberatamente scelto di annientare. «Per la Corte dei conti - ricorda Luigi Ciotti - il danno della corruzione pubblica ammonta a 60 miliardi di euro, un mese fa ha detto che questa cifra è aumentata del 20 per cento. Abbiamo raccolto un milione e mezzo di firme per inserire leggi anti-corruzione nel codice penale. I soldi li possiamo prendere anche da lì».
Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, riflette sul ruolo che la conoscenza dovrà occupare in questa lunga fine del berlusconismo: «Il voto di Milano per Pisapia ha dimostrato che questo è possibile. Sarà la conoscenza a tornare al centro del dibattito dopo che per vent'anni è stata la vittima sacrificale del berlusconismo e di una visione sbagliata del centro-sinistra». Per il segretario della Flc il primo appuntamento degli Stati generali dimostra che nella società italiana è in atto un processo di ricomposizione: «È un fatto straordinario, perché per la prima volta tanti soggetti parziali tentano insieme di costruire una rete di soggetti e sostenere una proposta comune, in un periodo contrassegnato, invece, dall'individualismo».
Per Paolo Beni, presidente Arci, è fondamentale non rinchiudere il problema della conoscenza nei recinti degli specialismi. «Tutti insieme possiamo concorrere a una nuova stagione nelle politiche della conoscenza. È ormai necessario ricreare un sistema che favorisca l'accesso ai saperi, alla formazione in tutte le fasi della vita, ai consumi culturali di qualità, insomma a tutto quello che aiuta i cittadini ad accrescere la loro comprensione critica della realtà e l'autonomia di giudizio». Per Claudio Riccio, portavoce del coordinamento universitario Link, «non era affatto scontato che questo incontro facesse propri i temi della riforma del welfare e del reddito per chi studia. Rispetto al passato c'è stato un avanzamento da parte di tutti. Anche se non sono stati molto presenti nel dibattito, le mobilitazioni studentesche dell'autunno scorso hanno avuto un ruolo in questa trasformazione».