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Sole 24 Ore: Nuovo stop alla riforma della scuola

Gianni Trovati

01/10/2010
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Il Sole 24 Ore

Nuova battuta d'arresto per il ministero dell'Istruzione nella battaglia di carta bollata che lo oppone allo Snals-Confsal, a Cgil-Fp e a due comitati di docenti e famiglie sull'attuazione della riforma delle superiori. Al centro della contesa ci sono i nuovi quadri orari che hanno ridotto a 32 ore settimanali (erano 36 o 40 a seconda della scuola) le ore delle classi seconde, terze e quarte degli istituti tecnici e delle seconde e terze di quelli professionali.

La riduzione delle ore, che è partita con il nuovo anno scolastico e si è portata via una quota di posti negli organici, poggia su una serie di provvedimenti che rischiano di saltare sui banchi della giustizia amministrativa. A luglio il Tar Lazio aveva sospeso la circolare applicativa che ha disegnato i nuovi quadri orari, e ora il Consiglio di Stato (ordinanza 7723/2010) ha detto «no» al ministero che chiedeva di cancellare la sospensiva. Non solo: «alla luce del parere (negativo, ndr) del consiglio nazionale della pubblica istruzione - scrivono i giudici nell'ordinanza - l'amministrazione scolastica non potrebbe esimersi dal rideterminarsi sulla definizione dell'orario complessivo annuale delle lezioni». Insomma: secondo il Consiglio di Stato, il ministero ci deve ripensare.

Per capire i termini del problema, bisogna ripercorrere le tappe dell'affannoso percorso che ha portato all'attuazione dei nuovi ordinamenti delle superiori. I regolamenti ministeriali che hanno riformato l'architettura di licei, istituti tecnici e professionali sono stati varati il 15 marzo scorso, ma sono arrivati in «Gazzetta Ufficiale» solo tre mesi dopo, il 16 giugno. La riforma, però, aveva fretta di partire da quest'anno, e per consentire agli studenti di terza media di iscriversi alle nuove superiori, e alle scuole di riorganizzarsi, viale Trastevere ha anticipato i provvedimenti attuativi, con un calendario non troppo rispettoso della successione logica delle fonti normative. La ridefinizione degli orari negli istituti tecnici e professionali, di cui il Consiglio di Stato ha confermato la sospensiva, è stata emanata prima di acquisire il parere del comitato nazionale della pubblica istruzione, che poi si è pronunciato in modo fortemente critico.

Questo è solo uno dei provvedimenti sui tavoli dei giudici amministrativi, e quindi a forte rischio. Il giudizio di merito deve ancora arrivare, ma già nelle ordinanze cautelari di luglio il Tar aveva «ravvisato l'illegittimità» di alcuni tasselli cruciali del puzzle.