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Sono finiti i soldi. Niente scuole pre-materne

Sezioni primavera a rischio: molte costrette a chiudere

24/01/2013
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Il Messaggero

ROMA Troppe nubi sulla sezione primavera. A lanciare l’allarme sono i sindacati, che hanno denunciato il rischio che salti, per mancanza di risorse, l’ingresso anticipato dei bambini dai due ai tre anni a scuola. Un servizio, quello delle “sezioni primavera”, che è stato istituito in via sperimentale nel 2007, dall’allora ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni per garantire ai piccoli dai 24 ai 36 mesi un servizio educativo su misura anticipando di fatto l’ingresso alla materna, alla quale queste sezioni devono comunque essere sempre aggregate. Un’iniziativa che prendeva atto di una necessità sentita da molte famiglie. E che teneva conto anche dell’esperienza fatta da alcune regioni già prima del 2007. Riscuotendo subito consensi. A finanziare le sezioni, oltre al ministero dell’Istruzione (il Miur), anche il ministero del Lavoro e il Dipartimento per la famiglia per uno stanziamento complessivo di quasi 35 milioni di euro.
E la primavera è sbocciata. Al punto che nel 2010/2011, nel monitoraggio fatto dal Miur, sono risultate oltre 1.600 sezioni, 25 mila bambini iscritti e circa 5.000 tra insegnanti e personale di supporto coinvolti. Quello che sembrava un servizio destinato a crescere però da un paio d’anni sta facendo i conti con la crisi e il taglio delle risorse. Già nel 2011 il ministero del Lavoro ha faticato a trovare finanziamenti. Il Dipartimento per la famiglia ha dimezzato lo stanziamento iniziale e il ministero dell’Istruzione, pur garantendo sempre le risorse più importanti, si è trovato a dover ridurre dai 19 milioni di euro iniziali a 12 milioni.
LE RISORSE
Una crisi crescente. Nel 2012 i tagli sono stati pesanti, e a fine estate l’allarme è rosso: non ci sono fondi per la scuola dei piccolissimi. Il ministero del Lavoro non prevede più risorse. Il Dipartimento per la famiglia stanzia tra i due e i tre milioni di euro. Sulla carta. Perché all’atto pratico di questi soldi non si vede traccia. Il Miur conferma i 12 milioni dell’anno precedente. Soldi che sono previsti in bilancio. Ma per il pedaggio alla burocrazia non ancora stanziati. E nemmeno le interrogazioni parlamentari, prima fra tutte quella della senatrice del Pd Mariangela Bastico (che aveva tenuto a battesimo la nascita di queste sezioni), sono riuscite a cambiare le cose. «Occorre agire presto, sbloccare la situazione, trovare i fondi – dice la Flc Cgil -. I bambini devono poter essere accolti in un servizio educativo degno di questo nome, le famiglie hanno bisogno di risposte concrete, gli operatori devono essere messi nelle condizioni di garantire un servizio di qualità».
I SINDACATI
Anche la Cisl e la Uil hanno dato vita a iniziative unitarie per difendere le sezioni primavera. E questo perché sono già molte le sezioni che non avendo più risorse hanno interrotto il servizio. Soprattutto statali. Altre, invece, e sono soprattutto le paritarie, son riuscite a rimanere in vita compensando con i bilanci del proprio istituto o chiedendo ai genitori di dare un contributo più alto. Le scuole sono venute in soccorso delle “primavera”, anche facendo debiti. Altre son riuscite a sopravvivere grazie al contributo di regioni e comuni che si son fatti carico di dare continuità al servizio. Ma per tutte il rischio è la chiusura se non si sbloccheranno presto le risorse necessarie. Una situazione che sta lasciando le famiglie nell’incertezza, tutto rimane in sospeso, tanto che nei moduli per le iscrizioni al prossimo anno scolastico queste sezioni non sono state neanche previste. Mentre il Consiglio nazionale della Pubblica istruzione (il massimo organo consultivo del ministero) proprio a novembre scorso aveva chiesto di «implementare» questa esperienza.
Alessia Camplone
 


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