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Stampaweb: Scuola, parte l’era della severità

Novità e vecchi problemi: un ragazzo su tre avrà professori diversi dal 2006

10/09/2007
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La Stampa

AULE APERTE IN PIEMONTE, VALLE D’AOSTA, LOMBARDIA, VENETO, MOLISE E NELLA PROVINCIA DI BOLZANO

FLAVIA AMABILE

ROMA
Inizia stamattina la scuola per gli studenti italiani di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto e Molise, e della provincia autonoma di Bolzano. Domani suonerà la campanella per gli alunni dell’Umbria, il 12 per quelli del Friuli Venezia Giulia e della provincia autonoma di Trento, il 13 per Toscana, Lazio e Basilicata.

Quanti sono
In totale quest’anno torneranno a scuola circa 9 milioni di studenti, 7,8 dei quali nei 42 mila istituti statali di ogni ordine e grado, presenti in 7.040 comuni, l’87 per cento di tutti quelli presenti nel territorio italiano. Aumentano gli alunni delle scuole superiori, mentre sono stabili quelli degli istituti per l’infanzia statali e della primaria. Gli istituti tecnici sono la scuola preferita, scelta dal 55 per cento dei ragazzi iscritti alla prima superiore. Rimane massiccia la presenza di studenti stranieri: sono oltre mezzo milione, provenienti da tutto il pianeta: 192 stati su 194.

Se quello terminato a giugno è stato l’anno dei bulli e dei professori sotto accusa tra assenteismo e burn-out, il prossimo nelle intenzioni di Fioroni dovrebbe essere l’anno del ritorno alla severità, quello in cui chi rispetta le regole viene premiato, chi non le rispetta viene punito. Quello in cui gli insegnanti dovranno essere meno permissivi, e i ragazzi studiare di più.

Quello che parte oggi è un anno con molte novità: per la prima volta sono state istituite le sezioni Primavera (le classi sperimentali riservate ai bimbi tra 2 e 3 anni); viene ripristinato il tempo pieno nella scuola primaria (che dovrebbe portare gradualmente nel giro di tre anni il reintegro totale del tempo pieno) anche se fra mille perplessità dei sindacati che lamentano la mancanza di fondi per finanziare le lezioni pomeridiane. Gli studenti dovranno andare a scuola fino a sedici anni e nelle classi del primo ciclo si mettono da parte le tre «I» (impresa, informatica, inglese) della riforma Moratti: la priorità assoluta viene data all’italiano, alla matematica, alla storia, alla geografia e alle scienze.

Torna ad essere indispensabile il giudizio di ammissione da parte del consiglio di classe per svolgere l’esame di terza media mentre alle superiori per essere ammessi all’esame di maturità sarà necessario aver saldato tutti i debiti degli anni precedenti. Diventa meno semplice la procedura per presentare la domanda di partecipazione ai candidati esterni alla maturità: i privatisti dovranno chiedere il permesso non alle scuole, ma all’ufficio scolastico regionale per evitare una loro concentrazione in pochi istituti come negli anni scorsi. E diventeranno più veloci e incisive le sanzioni disciplinari nei confronti dei docenti che si comportano in modo poco corretto o comunque incompatibile con la professione. E’ possibile anche il trasferimento dei professori per incompatibilità ambientale.

Al tempo stesso, però, le classi saranno più affollate. Perché ve ne saranno ottocento in meno per una popolazione scolastica quasi uguale. Un terzo degli studenti dovrà cambiare insegnante con buona pace della continuità scolastica, afferma il settimanale «Tuttoscuola», spiegando che saranno oltre duecentomila i docenti con una nuova sede: un terzo dei casi non sarà lo stesso dell’anno scorso, almeno nella scuola secondaria (nella primaria avviene in un quinto dei casi) per trasferimenti, pensionamenti e nomine provvisorie del personale di ruolo.

«L’esame delle diverse realtà territoriali mostra - ha denunciato il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini - situazioni pesantissime: riduzioni nel numero dei docenti, taglio degli insegnanti di sostegno a fronte di un incremento nel numero dei bambini disabili certificati, interruzioni di progetti di qualità in corso da anni in alcune province, autorizzazioni di classi a tempo pieno senza compresenza, una forte riduzione nei posti per quanto riguarda l’educazione degli adulti».


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