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Star bene a scuola, la priorità

(per chi ci lavora e per gli studenti)

23/09/2019
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Tuttoscuola

Esaurimenti, uso diffuso di farmaci antidepressivi, addirittura suicidi. Aggressioni, violenze, boom di indagini giudiziarie per “Presunti Maltrattamenti a Scuola”.

Star bene a scuola non è “una questione”, ma è ormai “la questione” di un microcosmo con il quale hanno a che fare ogni giorno il 44% degli italiani, se includiamo i genitori.

Il tema è al centro del nuovo dossier con il quale Tuttoscuola inizia un viaggio in tre puntate nella scuola per identificare quali sono le cause che minano il benessere di chi ci lavora e mettono potenzialmente a rischio quindi anche quello degli studenti. Non sono cause “naturali” o immodificabili: nascono in molti casi da scelte politiche precise – e quindi modificabili – sviscerate nel dossier, e da condizioni sociali su cui comunque esiste una possibilità di agire, lavorando sulla comunità educante.

Il primo focus è dedicato alla figura dei dirigenti scolastici. Seguiranno quelli su insegnanti e personale non docente.

Il dossier “La scuola che soffre/1. Dirigenti, che stress”, che si può scaricare a questo link: https://www.tuttoscuola.com/prodotto/la-scuola-che-soffre-1-dirigenti-che-stress-allarme-presidi-troppi-alunni-e-troppe-incombenze-versione-digitale/, punta il dito – sulla base di dati e analisi – sull’eccesso di alunni e di incombenze di cui si deve far carico ogni preside, che in questo modo non è nelle condizioni per assolvere al meglio al suo delicato ruolo. E se chi guida lo scuolabus è super stressato – in una metafora che non è tanto tale – allora cominciano ad affacciarsi ulteriori motivi di preoccupazione. Del resto va tenuto conto che anche la categoria dei docenti è particolarmente esposta al rischio del “burnout”, cioè dell’esaurimento, di recente riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità come sindrome da stress da lavoro. Scrive il dossier:  “il rischio stress, uno dei malesseri più diffusi del XXI secolo è ormai una mina vagante per i professionisti dell’educazione, i cui effetti possono propagarsi agli studenti. Non può non scattare allora l’allarme”.

A questo punto infatti inizia a porsi anche un’altra domanda (meglio prevenire che curare): quale possibile impatto per gli studenti? La preoccupazione sullo sfondo è che se il livello di disagio tra il personale della scuola salisse oltre il livello di guardia, questo potrebbe influire anche sugli studenti.


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