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Statali, il governo apre su risorse e premi

A sorpresa, il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia ha deciso di convocare per domani i sindacati per discutere il rinnovo del contratto degli statali bloccato da sette anni

23/11/2016
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Il Messaggero

ROMA A sorpresa, il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia ha deciso di convocare per domani i sindacati per discutere il rinnovo del contratto degli statali bloccato da sette anni. Nelle ultime settimane il tema sembrava essere uscito dall'agenda politica, e molti osservatori davano per certo che la questione sarebbe stata affrontata soltanto dopo il referendum. Nei giorni scorsi, invece, il filo tra governo e le sigle è stato riannodato, e su diversi punti di principio sarebbe stata trovata la quadra. A cominciare dalla questione delle regole. Il governo sarebbe pronto ad andare incontro a due delle principali richieste arrivate da Cgil, Cisl e Uil. La prima riguarda il riequilibrio dei rapporti tra la legge e il contratto. La riforma Brunetta ha introdotto un principio per cui le disposizioni normative che riguardano il pubblico impiego non possono essere derogate dai contratti collettivi. Una previsione che lega molto le mani a sindacati e governo nella contrattazione e che, dunque, verrebbe superata. Così come dovrebbe essere superata un'altra disposizione della legge Brunetta, quella che riguarda l'assegnazione dei premi. La norma prevede che il 25% dei dipendenti pubblici con le migliori valutazioni, si divida il 50% delle somme totali dei premi, mentre il 50% successivo dei dipendenti ottenga il restante 50% delle somme. Al 25% degli statali giudicati peggiori, invece, non andrebbe nessun incentivo. Per i sindacati la possibilità di escludere a priori un quarto degli statali dai premi non è una strada percorribile. La Brunetta prevede che questa norma entri in vigore con il primo rinnovo utile del contratto, per cui al momento è rimasta sulla carta. Ma dal governo ci sarebbe l'impegno di «principio» a superare questo meccanismo.
IL SUPER FONDOL'altro nodo da sciogliere è quello delle risorse. Al momento il governo non ha ancora chiarito esattamente quanti soldi andranno al rinnovo del contratto. La manovra contiene una sorta di super fondo finanziato con 1,4 miliardi nel 2017 e 1,9 miliardi nel 2018. Ma i soldi, oltre che per il contratto degli statali, servono anche alla stabilizzazione del bonus da 80 euro per le forze dell'ordine e al piano straordinario di assunzioni annunciato da Matteo Renzi. È probabile che su questo arrivi un primo chiarimento. Per il 2017 i fondi per il contratto sarebbero di circa un miliardo di euro. Una cifra che permetterebbe un aumento medio in busta paga di 40 euro. I sindacati, tuttavia, hanno chiesto un rinnovo triennale, con incrementi dei cedolini che a regime non siano inferiori a 85 euro. Per arrivare a questa cifra il governo dovrebbe incrementare lo stanziamento per il 2018 di un altro miliardo. Qualche giorno fa i sindacalisti della Confsal Unsa e della Fials Confsal, si erano detti pronti allo sciopero della fame senza rassicurazioni sulle risorse. Ma il governo li aveva rassicurati dicendo che avrebbe «massimizzato» i fondi a disposizione. Per ora, quello che è certo, è che nel passaggio alla Camera il decreto fiscale che contiene la rottamazione delle cartelle Equitalia, ha aumentato di 1,1 miliardi di euro le coperture per il 2018. Quanto basterebbe per soddisfare le richieste dei sindacati. Quale sarà il punto di caduta? Si vedrà. Quello che sindacati e governo cercano per ora, è un accordo politico da cementare in un verbale come già fatto nel caso delle pensioni. Per l'attuazione di questo accordo ci vorrà comunque tempo. Bisognerà aspettare il nuovo Testo unico sul pubblico impiego che sarà varato a febbraio e nel quale verranno tradotti in norme i principi generali dell'accordo.
Andrea Bassi