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Statali, mille accordi al mese sui premi

Nei primi sei mesi del 2016, secondo i dati dell'Aran che rappresenta Palazzo Chigi al tavolo delle trattative, sono infatti stati firmati oltre 7 mila contratti, il che vuol dire che un'intesa è stata raggiunta già in un'amministrazione su tre

05/01/2017
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Il Messaggero

ROMA In attesa del via libera al negoziato nel quale governo e sindacati dovranno concretizzare l'accordo siglato il 30 novembre scorso (5 miliardi nell'arco del triennio 2016-2018, di cui solo 3,3 già coperti) che prevede 85 euro di aumento medio mensile sui contratti di primo livello per 3,3 milioni di lavoratori, sembrano decollare le trattative per le retribuzioni di secondo livello in cui si decide del salario accessorio, ovvero la parte del compenso legata a premi, indennità e progressioni economiche. 
I NUMERINei primi sei mesi del 2016, secondo i dati dell'Aran che rappresenta Palazzo Chigi al tavolo delle trattative, sono infatti stati firmati oltre 7 mila contratti, il che vuol dire che un'intesa è stata raggiunta già in un'amministrazione su tre. Per l'esattezza, nel primo semestre dello scorso anno sono stati trasmessi, via web, 7.165 contratti integrativi, circa mille al mese, per un tasso di contrattazione pari al 34,1%. La nuova procedura, peraltro, semplifica tutti i passaggi e consente di disporre di dati più ampi e più facili da monitorare. Entrando nel dettaglio relativo ai singoli comparti della Pa, la Scuola si afferma come l'articolazione statale maggiormente attiva, con il 50% delle sedi che ha sottoscritto e trasmesso il contratto, seguito dall'università con il 48,5%. Quanto alla tipologia del contratto, nel 57,5% dei casi ha natura normativa, ovvero stabilisce i criteri che regolano premi, indennità, progressioni economiche (le materie tipiche dell'accessorio). Nel 36,4% invece si tratta di contratti puramente economici, di ripartizione delle risorse. Una fetta residua riguarda la contrattazione su specifici aspetti. 
In generale, il dato sulla contrattazione integrativa per l'Aran risulta in linea con le previsioni (posto che potrebbe aver fatto salire la percentuale relativa alla prima parte del 2016 qualche amministrazione ritardataria sul 2015). Dati alla mano, se il flusso degli accordi risultasse constate nei restanti mesi del 2016 si potrebbe raggiungere una copertura prossima al 70%. Occorre tra l'altro ricordare che se la contrattazione di secondo livello nell'ultimo periodo è stata sottoposta a dei paletti, dal 2010 al 2014 la disponibilità finanziaria è rimasta sempre ferma allo stesso livello: i rubinetti sono stati riaperti nel 2015, mentre nel 2016 il quantum delle risorse è stato fissato allo stesso valore (70 milioni) dell'anno precedente. Il ministro della Pa Madia ha manifestato da tempo l'intenzione di rimettere mano alla materia. 
Non a caso nell'intesa raggiunta alla fine dell'anno scorso tra i sindacati e il governo, per lo sblocco completato della contrattazione, è sancito l'impegno a «modificare e semplificare» il sistema dei fondi di secondo livello per «consentire l'utilizzo pieno». E c'è anche l'intenzione di rafforzare la parte legata alla produttività attraverso un taglio del prelievo fiscale.
Intanto, nel corso della prossima settimana, i sindacati saranno chiamati insieme all'Aran a ricalibrare permessi e distacchi in base alla nuova mappa del pubblico impiego, diviso in 4 comparti