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STATALI/ SLITTA NEGOZIATO, SINDACATI: SCIOPERO CONFERMATO

Aran comunica che Governo non ha completato verifiche su risorse

17/05/2007
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Roma, 16 mag. (Apcom) - La trattativa per il rinnovo dei contratti pubblici non decolla. Il negoziato tra l'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e i sindacati, è stato infatti rinviato a venerdì prossimo. Alla base dello slittamento la ricognizione sulle risorse necessarie per il rinnovo del biennio 2006-2007 che il Governo non ha ancora completato. Il rinvio è stato subito giudicato negativamente dai sindacati, che hanno confermato la mobilitazione della categoria del pubblico impiego e lo sciopero fissato per il primo giugno (il 4 giugno per il comparto scuola).

"Ci siamo aggiornati a venerdì - ha detto il presidente dell'Aran, Massimo Massella Ducci Teri - in attesa che ci pervengano tutti gli elementi che ci consentano di precisare quella che è la base di partenza della trattativa. Il Governo sta completando le verifiche tecniche. Appena ci perverranno inizieremo la discussione".

Secondo il segretario confederale della Uil Paolo Pirani "questo rinvio getta un'ombra scura sul negoziato ai tavoli di concertazione". Sulla stessa lunghezza d'onda il leader della categoria dei lavoratori pubblici della Uil, Salvatore Bosco: "Siamo sconcertati. Ci aspettavamo che questa sera ci fosse l'inizio della chiusura del contratto. L'ulteriore dilazione è la conferma della posizione incerta del Governo sul contratto. Riconfermiamo le azioni di lotta".

Molto negativo anche il giudizio della Cgil-Funzione pubblica. "L'ulteriore rinvio è grave - ha spiegato il suo segretario generale Carlo Podda - confermiamo lo sciopero. Il Governo ha avuto tempo sufficiente, dalla scadenza del contratto, per fare i conti e le verifiche che doveva fare. Sappiamo bene che questo rinvio non è di natura tecnica, ma che ci sono problemi nel Governo".

Il leader dei lavoratori pubblici della Cgil ha aggiunto: "Come è stato osservato, Prodi dirige una coalizione complicata e rissosa. L'impegno di ieri (con i leader delle confederazioni, ndr) non è servito per risolvere i problemi. Capisco che il premier deve trovare una sintesi nel suo Governo. Mi auguro che prevalga il punto di vista del presidente del Consiglio".

Parole dure sono state espresse anche dai rappresentanti della Cisl: "Nel Governo c'è una confusione assoluta - ha dichiarato il segretario confederale Gianni Baratta - il Governo non sa cosa fa il Governo. Questo ulteriore rinvio nasconde una situazione poco comprensibile tra il Ministero dell'Economia e il resto del Governo. Il Tesoro non apre rispetto ai 101 euro richiesti dai sindacati, mentre tutte le dichiarazioni del Governo sono indirizzate verso questa cifra. Siamo stati riconvocati per venerdì, se avremo la certezza che ci saranno i 101 euro stabiliti negli accordi - ha concluso Baratta - e se questa cifra sarà presa come punto di riferimento e base di calcolo per il rinnovo dei contratti negli altri comparti (oggi la trattativa riguardava i ministeriali) inizieremo il confronto, altrimenti andremo allo sciopero. I messaggi tranquillizzanti lanciati dal Governo evidentemente nascondono l'incapacità dell'esecutivo a sciogliere i nodi".

A rincarare la dose è il segretario della Cisl-Funzione pubblica, Rino Tarelli. "Il rinvio - ha osservato - è figlio della pochezza di strategie e di progetto che caratterizza l'azione di Governo da molti mesi. C'era un impegno, un patto sul lavoro pubblico e sui rinnovi contrattuali. Il Governo, invece, è scomparso e si rifiuta di rinnovare i contratti, che sono un diritto dei lavoratori. Non stiamo chiedendo indennità, non possiamo però accettare che un accordo fatto con i rappresentanti dei lavoratori venga ignorato. Il sindacato - ha aggiunto Tarelli - non può essere dileggiato. I sindacati esigono rispetto e il Governoha il dovere di essere serio".

Tarelli ha confermato che anche la Cisl proseguirà nelle iniziative a sostegno dello sciopero del primo giugno e che la macchina dello sciopero si fermerà soltanto se i contratti saranno rinnovati sulla base di aumenti pari a 101 euro lordi mensili. "Una somma - ha puntualizzato - che deve essere la base per tutti i comparti del pubblico impiego. Inoltre, non ci deve essere alcun divieto sulla contrattazione integrativa. Mi meraviglio solo che dopo le dichiarazioni del ministro dell'Economia, che ha detto di non sapere nulla sugli aumenti pattuiti, il sottosegretario che ha firmato gli accordi resti ancora lì e non senta il bisogno di dimettersi. Osservo che c'è qualcosa che non quadra". A chiedere il rispetto degli accordi è anche la Cub, che sottolinea che la mobilitazione dei lavoratori pubblici resterà in piedi fino a quando i contratti non saranno firmati.