Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Strozza-precari e "ricorsite acuta"

Strozza-precari e "ricorsite acuta"

Il sistema sembra oramai impazzito perché sono saltati tutti quei meccanismi che in passato a fronte di assunzioni sistematiche e certe garantivano comunque un minimo di equilibrio tra tutte le parti in causa.

30/12/2010
Decrease text size Increase text size
ScuolaOggi

Pippo Frisone

La “ricorsite acuta" è notoriamente conosciuta come sindrome post-concorsuale.
Nonostante che nella scuola l’ultimo concorso risalga oramai a dieci anni fa, quasi tutti i precari si son lasciati prendere dalla “ricorsite”,  in ciò appoggiati da associazioni e sindacati di categoria che han cominciato ad affilare le armi prima di Natale.
Tutti hanno qualcosa da rivendicare. Il tempo stringe. Tutta colpa del collegato lavoro, la nuova legge strozza-precari che riduce le tutele e abbatte i tempi della prescrizione.
E così chi lascia scadere la fatidica data del 23 Gennaio 2011 senza aver depositato almeno un’impugnativa non potrà rivendicare più nulla.
240mila precari della scuola abilitati, inclusi nelle graduatorie ad esaurimento e oltre centomila ATA nelle graduatorie provinciale per soli titoli, avranno senz’altro qualcosa da rivendicare.

Facciamo alcuni esempi:

- Assunzione a tempo indeterminato, contro la reiterazione dei contratti a termine
- Rivendicazione degli scatti biennali
- Rivendicazione della ricostruzione di carriera
- Illegittimità del termine dei contratti, dal 30 giugno al 31 agosto
E chi più ne ha più ne metta.
 
I tribunali risulteranno così intasati di ricorsi perché nel dubbio ognuno preferirà non tirarsi indietro, proprio perché in tempi di magra e di scarse assunzioni, tentare conviene comunque.
Il sistema sembra oramai impazzito perché sono saltati tutti quei meccanismi che in passato a fronte di assunzioni sistematiche e certe garantivano comunque un minimo di equilibrio tra tutte le parti in causa. Sempre più spesso il contenzioso finisce dinnanzi al TAR o addirittura dinnanzi alla Corte costituzionale: dopo la cancellazione dei punteggi raddoppiati nelle scuole di montagna ora tocca agli inserimenti a pettine. A metà gennaio si attende la sentenza della Corte che, comunque andrà a finire, sarà dirompente perché viene a cadere nel bel mezzo del blocco di un ulteriore anno delle graduatorie, deciso dal Governo col decreto mille proroghe.
Il tutto in attesa del nuovo sistema di reclutamento voluto dalla Gelmini, mentre in Lombardia il Governatore spinge per avere gli Albi regionali, dai quali le scuole dovranno attingere per reclutare i futuri insegnanti precari e a tempo indeterminato.
Ma reggerà questo già malconcio e traballante sistema allo tzunami dei ricorsi che si abbatterà sulla scuola statale? Resisterà alle spinte leghiste e neo-regionaliste?
Temo proprio di no, perché le risposte innovative che servirebbero alla scuola non possono più venire da quello stesso Governo che l’ha affossata