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Studenti e professori invadono le strade dello sciopero

La protesta della scuola confluisce nella giornata di mobilitazione: opposizione alla legge Aprea e ai tagli dei finanziamenti per l'istruzione " Appello per la difesa dell'Erasmus

15/11/2012
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l'Unità

Le  piazze  di  tutta  Italia  gremite  di studenti hanno accolto lungo la penisola le manifestazioni della Cgil. A Roma  20mila  studenti,  per  la  maggior parte delle scuole superiori, hanno incrociato più volte il corteo dei lavoratori per poi disperdersi a causa  degli  scontri  sul  lungotevere.  A Milano il corteo di 6mila studenti si è snodato  tra  le  vie  della  città,  anche qui in parallelo rispetto al corteo organizzato dalla Cgil. Quasi tutti i cortei  hanno  visto  infatti  una  enorme partecipazione  di  giovani accanto  ai loro insegnanti, da Roma a Milano, da  Bologna  a  Napoli,  tanto  che  in molte piazze era difficile capire se si era di fronte ad una manifestazione degli studenti o ad una del sindacato. Anche a Pomigliano, alla manifestazione della Fiom, sono intervenuti dal palco gli studenti dell'Uds. Non è lontana dalla realtà la stima di 100 mila studenti scesi in piazza in tutta Italia a fianco dei lavoratori. Accadrà di nuovo. È stata la prima volta che a livello continentale studenti e lavoratori scendevano in piazza simultaneamente  sotto  le  stesse  bandiere. Finora le mobilitazioni coordinate a livello europeo avevano interessato quasi esclusivamente le giovani generazioni, riunite spesso sotto  la  generica  etichetta  di "indignados", che avevano già provato a lanciare per il 15 ottobre del 2011 una mobilitazione europea contro le politiche  di  austerity.  Purtroppo  la giornata in Italia finì negli scontri di piazza San Giovanni ma non è piccola  l'eredità  che  quel  movimento  ha lasciato, a partire dal titolo della manifestazione, "People of Europe rise up", che è divenuta oggi una campagna che vede impegnati i Giovani democratici insieme alle organizzazioni giovanili dei partiti socialisti e progressisti  di  tutta  Europa.  Ed  oggi quella eredità è raccolta, per la prima volta a livello continentale, congiuntamente, dai sindacati e dalle organizzazioni  studentesche,  come  la Link e la Run, che hanno colto l'occasione  per  rilanciare  le  loro  parole d'ordine          

NO  Al  TAGLI  INDISCRIMINATI Nei cortei che si sono svolti ieri camminavano paralleli i due livelli di mobilitazione  degli  studenti.  Da  una parte  le  tradizionali  rivendicazioni contro il disegno di legge Aprea, le politiche di definanziamento del settore  dell'istruzione  e  i  tagli  ai  programmi di diritto allo studio. Dall'altra parte invece gli studenti sembrano aver chiara la dimensione europea  della  loro  mobilitazione. «In  Italia  questa  manifestazione  è una  buona  occasione  per  rilanciare il tema dello sviluppo del nostro Paese ci racconta Fausto Raciti, segretario dei Giovani democratici che in piazza erano presenti in gran numero   Questo  sviluppo  sarà  possibile solo rivedendo le regole che presiedono al funzionamento dell'Ue e dell' euro. Un confronto su questo metterebbe in luce meglio di qualsiasi altra cosa il limite dei populismi, di destra e di sinistra, che minacciano di occupare  lo  spazio  del  confronto elettorale».     Gli studenti hanno capito, prima e meglio di tanti altri, che le politiche di tagli e di austerity sono uno spettro che si aggira per l'Europa. Gli studenti  inglesi  protestano  contro  l'aumento indiscriminato delle tasse universitarie? Gli studenti italiani scendono in piazza per evitare che quel modello venga applicato anche in Italia, come vorrebbe una proposta del senatore  Ichino.  L'europarlamento vuole tagliare i fondi per il programma Erasmus? Gli studenti francesi e spagnoli promuovono un appello comune per la difesa di quella iniziativa. Sono sempre più numerosi i collegamenti  tra  i  giovani  europei,  che fanno rimbalzare, come in un flipper impazzito, le loro parole d'ordine da una  parte  all'altra  del  continente. A dimostrare la dimensione europea  della  mobilitazione  è  anche  la commistione  linguistica  presente sui  cartelli,  sugli  striscioni  e  sulle bandiere degli studenti scesi in piazza. A Trieste lo striscione iniziale invocava la huelga (sciopero in spagnolo) generale, mentre in Grecia sulle mura  del  Partenone  viene  calato  lo striscione "People of Europe rise up". Protestano  contro  la  legge  Aprea ma sanno che, se il loro striscione è in greco, il loro slogan è in inglese, il loro coro in spagnolo, la loro bandiera non può che essere europea.

Mario Castagna