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Studenti e sindacati: inizia oggi l’autunno caldo delle università

Oggi il primo appuntamento lanciato da Unione degli Universitari (Udu) e Rete degli studenti con sit in e flash mob sotto lo slogan «Change the way».

05/11/2013
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l'Unità

Alla riapertura delle scuole avevano annunciato un autunno caldo ed ecco che, dopo la manifestazione dell’11 ottobre, gli studenti di tutta Italia tornano nelle piazze con un calendario di proteste fittissimo per tutto il mese di novembre. Oggi il primo appuntamento lanciato da Unione degli Universitari (Udu) e Rete degli studenti con sit in e flash mob sotto lo slogan «Change the way». «Vogliamo un cambiamento vero dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore Udu – per questo domani da Trento a Palermo ci mobilieremo per denunciare i problemi che da troppo gravano sull’università». Il 7 e l’8 tocca invece al Coordinamento Universitario Link. Entrambe le manifestazioni si svolgono in vista del grande corteo europeo del 15 novembre, giornata internazionale dello studente. Poi si aprirà, dal 18, la «Settimana nazionale di dibattito/mobilitazione negli Atenei italiani», annunciata da un comunicato condiviso straordinariamente da tutte le sigle inerenti al comparto: Flc-Cgil, Cobas, Cisl università, Link (coordinamento universitari), Snals docenti, Cun (Comitato nazionale universitario), Uil, Ugl, Cisal, Uds (studenti medi), le organizzazioni dei ricercatori Cnru e Rete29Aprile e quelle dei professori Adi, Adu, Andu, Cipur, CoNPass. Sindacati, studenti e movimenti vogliono «sollecitare una riflessione collettiva e costruire insieme una tempestiva ed efficace opposizione al progetto di distruzione dell’Università statale». I firmatari del documento ribadiscono come a partire dalla riforma Gelmini «il sistema universitario statale è stato continuamente e progressivamente sottoposto a pesantissimi attacchi di diversa natura che lo stanno portando ad una vera e propria implosione». Tra le cause della crisi della formazione universitaria «gli ingenti tagli alle risorse già scarse; l’accentramento esasperato dei poteri a livello nazionale e negli Atenei; la messa ad esaurimento di un’intera categoria; il precariato reso ancor più feroce; la valutazione – mal concepita e peggio realizzata da un’Agenzia che ha commissariato il Sistema universitario – usata come clava per colpire e demolire piuttosto che per aiutare a far funzionare meglio la ricerca e l’alta formazione nel nostro Paese; lo svuotamento del diritto allo studio che dovrebbe invece essere garantito anche a chi è privo di mezzi».

LUCIANA CIMINO luciana.cimino@gmail.com