Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Studenti in piazza contro piano scuola e Jobs Act del governo

Studenti in piazza contro piano scuola e Jobs Act del governo

Dal tam tam sul web venerdì di manifestazioni in tutta Italia

10/10/2014
Decrease text size Increase text size

Roma, 9 ott. (TMNews) - Torna l'autunno caldo degli studenti: domani, con manifestazioni in tutta Italia, scenderanno in piazza contro il piano scuola del governo e il Jobs act.

Sotto l'egida #10ott si moltiplicano le adesioni, cortei e flash mob, incontri e manifestazioni sono in programma dal Nord al Sud, l'elenco delle iniziative passa dall'Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, all'Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, arriva nel Lazio, in primis a Roma, dove l'appuntamento è in Piazza della Repubblica, alle 9:30, ma tocca anche Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, dalla Sardegna va in Sicilia, da Toscana e Umbria, al Veneto.

"Domani le studentesse e gli studenti di tutta Italia scenderanno in piazza per chiedere una scuola, un'università, un Paese diverso, che non è certo quello del Jobs Act o dello Sblocca Italia, per dire che siamo noi la grande bellezza di questo Paese e che non possiamo più permetterci di vivere nella precarietà ed essere privati dei nostri diritti", ha dichiarato Gianluca Scuccimarra coordinatore dell'Unione degli Universitari sottolineando: "Il premier non può usare la condizione giovanile come uno slogan fine a sé stesso". "E' necessario ripartire investendo sull'istruzione tutta, dalla scuola all'università, questo è l'unico cambiamento che chiederemo domani 10 ottobre", spiega l'Udu.

"'La scuola non si paga e non si vende: con questo slogan gli studenti scenderanno in piazza" dice Riccardo Laterza, portavoce Nazionale della Rete della Conoscenza, sfidando Renzi che "nelle settimane scorse ha più volte ironizzato sull'autunno caldo, riducendolo a una previsione meteo".

Le critiche non risparmiano nulla. Innanzitutto #labuonascuola, che "dietro all'impaginazione patinata e all'uso spropositato di anglicismi di vario genere si nasconde la riproposizione di alcune delle peggiori ricette liberiste partorite negli ultimi anni rispetto alla formazione". In primis il rapporto tra formazione e lavoro, che "è interpretato come subordinazione della scuola agli interessi privati delle imprese" e per gli studenti anche l'introduzione di criteri premiali e meritocratici è segno della "operazione culturale di legittimazione della privatizzazione strisciante e dell'aziendalizzazione della scuola". E "Paradossalmente, i grandi assenti de #labuonascuola sono proprio gli studenti: poco o nulla viene detto del diritto allo studio". Bocciata anche la consultazione on line: "Il tentativo di legittimare dal basso la trasformazione della scuola con una consultazione, è stato subito smontato dalla stessa Giannini che ha dichiarato che in ogni caso le linee guida, stabilite dall'alto prima dell'avvio della consultazione, non potranno cambiare", ricorda il portavoce nazionale della Rete della Conoscenza. Stessi strali per il Jobs Act, attaccato sia per l'iter seguito che per l'impianto: "La precarietà è il problema, il Jobs Act non è la soluzione. Serve invece garantire l'istruzione gratuita e forme di welfare universale".

"Il primo settembre Renzi ha annunciato l'inizio dei '1000 giorni per cambiare l'Italia': a poco più di un mese di distanza è evidente che saranno 1000 giorni per precarizzarla e impoverirla. Noi abbiamo 1000 giorni per inventare e praticare assieme un'altra idea di scuola, di università e di società", rilancia anche l'unione degli studenti con un serrato tam tam via web che prelude all'appuntamento in piazza di domani.

"La condizione sociale dei giovani non può essere usata come uno slogan mediatico dal premier, bisogna dare risposte vere ad una generazione che vive l'incubo della precarietà e dell'assenza di futuro", così anche la Rete degli Studenti Medi, che con il portavoce Alberto Irone, avverte: "Siamo una generazione che si mobiliterà a partire dal 10 ottobre per dire che è la Grande Bellezza di questo Paese e che ha fame di diritti e cambiamento".

Hanno aderito alla mobilitazione di domani - sottolienan o gli studenti - anche l'Flc-Cgil, Per la Scuola della Repubblica, Arcigay, L'AltraEuropa con Tsipras, i Cobas con uno sciopero della scuola. E non si fermeranno domani: il 25 ottobre saranno a Roma "con i lavoratori e per rivendicare il diritto al futuro e al lavoro che stanno togliendo", e il 17 novembre torneranno in tutte le piazze per la Giornata internazionale dello studente.