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Sui pensionamenti è marcia indietro. Per la scuola se ne riparla a fine mese

Il pasticcio di "quota 96". Il recupero nel pacchetto-scuola di fine agosto

05/08/2014
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MARIANTONIETTA COLIMBERTI - da EUROPA

II colpo di scena arriva di buon'ora ed è una doccia gelata per tanti: la cosiddetta "quota 96", che dava il via libera a circa 4 mila pensionamenti nella scuola, viene cancellata; contemporaneamente sparisce il tetto dei 68 anni per il pensionamento dei professori universitari e dei primari e tornano le penalizzazioni per i dipendenti pubblici che vanno in pensione a 62 anni. Addio salvataggio per gli insegnanti incastrati dalla riforma Forne ro nel 2012, addio svecchiamento di università, ospedali, pubblica amministrazione. La cruda realtà dei numeri ha imposto il ripensamento del governo sulle modifiche approvate alla camera con il parere negativo del Tesoro e ridimensionato molte attese. Era stata la Ragioneria dello stato, qualche giorno fa, a rilevare un difetto di copertura nelle norme contenute nel decreto sulla pubblica amministrazione. Prima ancora, il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, aveva evidenziato sul suo blog i rischi di impegnare risorse per aumentare la spesa. Ne era seguita una dura presa di posizione del presidente della commissione bilancio della camera, Francesco Boccia, e una sostanziale sconfessione del commissario da parte del premier. Ieri, lo stop del governo. La questione di "quota 96", secondo quanto si apprende, verrà ripresa nell'ambito di un pacchetto strutturale sulla scuola, che riguarderà anche il precariato e si rivolgerà a una platea più ampia dei 4 mila cui era rivolta la norma eliminata ieri. Matteo Renzi ne ha parlato con Marianna Madìa e Stefania Giannini in un incontro, nel quale il premier ha spiegato che "quota 96" non c'entrava nulla con la ratio della norma. Scadenza prevista per il nuovo provvedimento, fine agosto. Un po' diverso il discorso sul tetto a 68 anni per professori universitari e primari. I problemi di copertura riguarderebbero i primi, ma le due categorie sono equiparate e dunque viaggiano insieme. Originariamente, Madìa avrebbe voluto fissare il tetto soltanto per i primari. Ieri sindacati e opposizioni, ma anche parlamentari del Pd e di Popolari per l'Italia, avevano criticato il governo e la commissione affari costituzionali, all'unanimità, aveva chiesto di «onorare gli impegni presi» su "quota 96". Oggi il decreto approderà in aula dove verrà posta la fiducia. Poi dovrà tornare alla camera, dove ieri è approdato il decreto competitività. Anche in questo caso, è probabile che il governo ricorra alla fiducia. @mcolimberti