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Sui tetti, in strada e nelle piazze. Oggi si vota la riforma Gelmini

Università in subbuglio Dilaga la protesta contro il testo del ministro dell’Istruzione. Montecitorio In Aula deputati al lavoro, fuori il sit-in di studenti, dottorandi e ricercatori

30/11/2010
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l'Unità

Ettore Scola guarda verso le ragazze e i ragazzi seduti in terra, ascoltano attenti leggere dalla dichiarazione universale dei diritti, dalla Costituzione italiana, articolo 34, «i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi ». «Vedi come sono attenti, - dice il regista - disponibili a comprendere e esercitare lo spirito critico. Dobbiamo fare qualcosa per loro». Lui è stato il primo a salire sul tetto di Fontanella Borghese con i ricercatori di architettura, perché: «La cultura è una sola, come una sola è l’ignoranza che ispira questo governo, che non vuole cittadini ma oziosi consumatori di Tv». Due scalette metalliche a pioli per inerpicarsi sul tetto, salgono e scendono teste canute e celebrità dello spettacolo: Nicola Piovani è circondato dalle telecamere: «Nei cd e nei lettori prodotti dall’industria c’è anche il contenuto di un poeta o di un musicista che magari non ha scritto pensando ai bilanci ». C’è Concita De Gregorio circondata dagli studenti. Arriva il direttore degli archivi di Stato, Eugenio Lo Sardo: «Abbiamo gli stessi problemi, dovrò chiudere almeno una delle nostre sedi perché manca il gasolio per il riscaldamento. A Sant’Ivo sono chiuse le sale di studio. Conserviamo i documenti dell’unificazione, non so come faranno a celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia». Giovanni Bachelet che è deputato ma anche professore di fisica, corre da un tetto all’altro, alla Sapienza. Suquello di Fisica sta per iniziare la lezione di Giorgio Parisi, che ha appena ricevuto la medaglia Max Planck per la fisica teorica. «Dei tre italiani che hanno avuto questo riconoscimento - ha detto riferendosi a Enrico Fermi e a Bruno Zumino - sono il primo italiano a lavorare in Italia». Poi si è detto preoccupato: «Dicono che hanno ridotto i tagli ma non si può essere contenti se invece di due dita te ne tagliano uno». All’Arco di Costantino c’è il blitz degli studenti di archeologia: «Crollano i monumenti, crolla l’università». Il bollettino delle occupazioni si aggiorna ogni minuto, a Pisa per la prima volta sono occupati i tre atenei. Al Cern di Ginevra la protesta deve scendere dal tetto, «è insicuro». Una mobilitazione che si moltiplica facoltà per facoltà perché ormai mancano 24 ore al temuto varo della «riforma epocale» che, spiega il prorettore della Sapienza Bartolomeo Azzaro «Ci costringe a chiudere corsi di eccellenza internazionale come astrofisica». Definanziamento significa meno professori e meno studenti, il taglio delle borse di studio colpisce i meno abbienti. «È una situazione che porterà in 5 anni al dimezzamento delle matricole e all’aumento delle tasse», così «saranno le università private a trarre vantaggio, del resto nulla vieta che i professori pagati dall’università pubblica siano anche ingaggiati, per molto meno, dagli atenei privati». A Firenze il rettore dissidente Alberto Tesi invita i professori a non fare lezione oggi, a causa dell’importanza della discussione in Aula per il destino dell’università. Il ministro Gelmini risponde a muso duro: «Quello del rettore di Firenze è un comportamento inqualificabile di chi vuole conservare i propri privilegi ». Ma sui privilegi degli altri rettori, che hanno ottenuto per l’università 800 milioni ma contro un taglio di un miliardo e 450 milioni, i ricercatori hanno molto da dire: «Con la nuova legge saranno eletti solo dagli ordinari, potranno restare in carica due anni in più. Potranno farsi rieleggere per 6 anni se si dimettono prima dell’entrata in vigore delle nuove norme». Questa mattina ricomincia la discussione del Ddl di cui sono stati già approvati 18 articoli. Montecitorio sarà assediata da studenti, dottorandi e ricercatori. Ma Fini ha detto: «Voteremo sì». Dalla Rete 29aprile è stata inviata una lettera al presidente della camera, gli ricordano che «l'invito del presidente Napolitano per un confronto con i ricercatori è andato inascoltato»; che «il relatore della legge al senato, Valditara, che è d Fli, dice che ricerca e istruzione non sono al centro della politica del governo»; e che Fli aveva annunciato che non avrebbe votato «provvedimenti senza copertura finanziaria ». Tutte cose per le quali dovrebbe spiegare «perché, allora, voterà questa legge».


Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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