Sulla manovra pressing in extremis dei ricercatori precari e dei dottorandi
Ben 8.800 precari, ma di fatto fondi sicuri sufficienti per stabilizzarne solo 200.
mAR.b.
Ben 8.800 precari, ma di fatto fondi sicuri sufficienti per stabilizzarne solo 200. Per questo oggi i ricercatori precari di tutta Italia si riuniranno a piazza Montecitorio, per chiedere modifiche alla legge di bilancio. Dai dottorandi arriva invece una richiesta a escludere il triennio del dottorato dal computo degli anni valevoli per accedere agli incentivi previsti sempre in manovra per le assunzioni dei giovani under 29.
Il pressing dei ricercatori precari
Hanno un’età media di 40 anni e circa 15 anni di precariato alle spalle. La loro richiesta è di prevedere nella legge di bilancio un fondo speciale di meno di un miliardo per la stabilizzazione. In base ai criteri stabiliti nel decreto Madia per la stabilizzazione, bisogna aver trascorso un minimo di tre anni, degli ultimi 8, negli enti pubblici. Nei giorni scorsi i ministri della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, e dell'Istruzione, Valeria Fedeli, avevano detto che, con lo sblocco delle risorse, si poteva arrivare ad assumere fino a 2.170 unità negli enti di ricerca, tenendo conto che già la riforma della Pa permette l’assunzione a
tutti quegli enti che dispongono di risorse stabili. «Ma i numeri dei ricercatori precari sono molto più alti. C'è chi infatti non ha ancora maturato i 3 anni perché giovane, o perché rientrato da poco dopo 10 anni di lavoro all'estero», rileva Alessio Traficante, astrofisico dell’Istituto nazionale di astrofisica, della Rete nazionale dei precari. Le risorse
previste nella legge di bilancio sono “briciole”, secondo la Rete dei precari. «Gli unici fondi sicuri sono i 10 milioni di euro stanziati per il 2018, sufficienti per 200 precari su
8.800. Per gli altri 50 milioni previsti per il periodo 2019-2020 dipenderà dalla volontà del prossimo Governo», continua. Da tempo sono in assemblea permanente diverse sedi dell’Inaf e in presidio permanente 14 sedi del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche). «Continueremo a fare pressione - conclude Traficante - per ricordare quando la ricerca pubblica sia un elemento fondamentale per la crescita di un Paese». Da Vito Mocella, consigliere del Cda del Cnr e ricercatore dell’ente arriva un esplicito invito a usare i fondi nelle disponibilità del Miur, come quelli speciali degli enti e quello integrativo speciale per la ricerca (Fisr) del Cipe, per assumere i ricercatori precari, perché i 10 milioni previsti dalla manovra finanziaria sono «una goccia nel mare».
La norma per i dottorandi
Per la legge di bilancio attualmente in discussione alla Camera, il Governo ha previsto una norma che mira a facilitare di un'occupazione stabile per i giovani under29 (under35 il primo anno) attraverso incentivi alle aziende che assumono a tempo indeterminato. In particolare, la norma prevede incentivi fino a 3000 euro ad assunzione, per un totale di 3 miliardi in tre anni di spesa. Dal Comitato per la valorizzazione del dottorato di ricerca arriva però la richiesta di escludere il triennio del dottorato dal computo degli anni valevoli per accedere agli incentivi in modo da non provocare «un discrimine poco ragionevole, specialmente per chi intraprende un percorso di terza formazione, che in Italia per varie ragioni avviene generalmente tardi», avverte Giulio Formenti, rappresentante dei dottorandi della Statale di Milano e tra i promotori del Comitato per la valorizzazione del dottorato di ricerca. E sul punto è pronto un emendamento inizialmente presentato da Chiara Gribaudo, responsabile lavoro del Pd, che poi è stato poi fatto proprio da tutta la commissione Lavoro e che a regime prevede una spesa di 8 milioni di euro.