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Supplenti brevi, in tanti non prendono lo stipendio da febbraio

Denuncia del gruppo 'Supplenti della scuola per la qualità e dignità del lavoro': chiediamo che l'Ufficio VII del Miur e il corrispondente Ufficio del Ministero dell'Economia si adoperino congiuntamente per sanare, con emissioni speciali e con gli opportuni provvedimenti agli uffici preposti, la situazione degli stipendi arretrati. Per molti di loro non ricevere la busta paga significa andare ‘in bolletta’.

01/06/2014
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La Tecnica della Scuola

Alessandro Giuliani

Molti supplenti temporanei della scuola non prendono lo stipendio dal mese febbraio. Ora, a pochi giorni dal termine delle lezioni, che per la gran parte di essi coinciderà con la fine del servizio a tempo determinato, hanno deciso di denunciarlo.

Secondo il gruppo 'Supplenti della scuola per la qualità e dignità del lavoro', occorre infatti sensibilizzare istituzioni ed opinione pubblica "sulla situazione di disagio di centinaia di supplenti temporanei della scuola: per questo chiediamo che l'Ufficio VII del Ministero dell'Istruzione e il corrispondente Ufficio del Ministero dell'Economia – si legge nella nota del raggruppamento di precari della scuola - si adoperino congiuntamente per sanare, con emissioni speciali e con gli opportuni provvedimenti agli uffici preposti, la situazione degli stipendi arretrati".

L'organizzazione denuncia, quindi, "la mancata liquidazione per molti supplenti brevi delle retribuzioni di febbraio, marzo e aprile; la mancata trasmissione dei flussi UniEMens all'Inps, competenza che, dal gennaio 2013, è a carico del Tesoro e che lo scorso anno ha causato lentezze, ritardi e forti disagi nell'istruttoria delle pratiche Aspi e MiniAspi da parte dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale".

I supplenti hanno ragione: non è la prima volta, anche di questo anno scolastico, che si lamentano per i ritardi abissali dei pagamento del loro stipendio. I vari ministeri interessati, in testa il Mef, farebbero bene a creare le condizioni che certi disguidi non si ripetano. Molti supplenti brevi, stiamo parlando di migliaia di precari, pur di accettare contratti di supplenza sono obbligati a lavorare a centinaia di chilometri da casa. Con notevoli spese per trasporti e alloggi. Ed in questa situazione non vedersi accreditare lo stipendio a fine mese può comportare problemi non indifferenti. Come finire nelle liste dei “cattivi pagatori”.