![Iscriviti alla FLC CGIL Iscriviti alla FLC CGIL](https://www.flcgil.it/pictures/20210101/campagna-tesseramento-flc-cgil-2021-banner-627x329.jpg)
Tanti insegnanti hanno detto no. Dubbi sull'efficacia dei questionari
Spaccatura profonda al terzo circolo didattico di Bologna: il collegio docenti non è riuscito ad arrivare ad una posizione unanime sui test. Lo conferma il dirigente Stefano Mari.
![Decrease text size](/images/makeTextSmaller.jpg)
![Increase text size](/images/makeTextBigger.jpg)
ROMA - Spaccatura profonda al terzo circolo didattico di Bologna: il collegio docenti non è riuscito ad arrivare ad una posizione unanime sui test. Lo conferma il dirigente Stefano Mari.
Quindi cosa accadrà, preside?
«Accadrà che ci saranno classi dove le prove si faranno e altre dove non si faranno. Poiché non siamo arrivati ad una posizione abbastanza condivisa e unanime e poiché le prove passano sul lavoro fisico e materiale dei docenti, ho lasciato a loro la libertà di scelta. Nella nostra delibera del collegio docenti abbiamo scritto che non ci sentiamo vincolati allo svolgimento e che lasciamo libertà agli insegnanti».
Cosa contestano i docenti contrari alle prove Invalsi?
«Le cause del no sono molteplici. Il timore di fondo è che i dati delle prove diventino un database per valutare i docenti. E siccome lo strumento in sé è criticato l’idea che diventi un mezzo per dare giudizi anche agli insegnanti spaventa. Poi ci sono ragioni di ordine contrattuale: ad oggi non c’è nessun compenso aggiuntivo per chi deve svolgere materialmente i test e correggerli. In generale, comunque, questo strumento di valutazione non convince tutti, anche perché i test sono stati rimessi in discussione pure in paesi dove erano molto radicati».
A.Mig.