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Tecnica della Scuola: Organici: attenzione alla distribuzione dei posti fra le Regioni

Lo sottolinea la senatrice Mariangela Bastico in una intervista.E' necessario un organico funzionale basato su parametri oggettivi

22/03/2009
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La Tecnica della Scuola

di R.P.

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Nell’imminenza dell’uscita del decreto interministeriale sugli organici abbiamo posto qualche domanda alla senatrice Mariangela Bastico, viceministro all’Istruzione nella precedente legislatura oltre che responsabile del dipartimento scuola del PD.

Senatrice, i numeri parlano chiaro: esiste uno squilibrio fra le modalità di impiego delle risorse nelle diverse regioni italiane. In Piemonte ci sono 10 insegnanti per 100 alunni che frequentano la scuola primaria (di cui la metà in classi a tempo pieno); in altre regioni con le stesse risorse si garantiscono a mala pena 30 ore settimanali.
È vero. Esistono squilibri storicamente consolidati nell’assegnazione del personale docente e non tra le diverse regioni, anche determinati dal fatto che nelle regioni del nord gli alunninegli ultimi 10 anni sono in costante crescita, mentre in quelle del sud calano progressivamente. Il Governo Prodi aveva avviato un percorso di riequilibrio, che temo sia ora vanificato dai tagli della finanziaria Tremonti, talmente insostenibili da togliere qualsiasi margine di manovra selettiva.
Come se ne può uscire ?
In futuro, anche nel quadro del federalismo fiscale, la cui legge è attualmente in discussione alla Camera, il Ministero dovrà procedere nella attribuzione delle risorse ai livelli regionali sulla base di parametri oggettivi: numero e tipologia di scuole, numero di alunni, di classi, ponderati dalle caratteristiche geografiche e socio-economiche dei territori (isole, zone montane, zone ad alto disagio sociale) e sulla base delle specificità degli studenti (ragazzi disabili, stranieri, con difficoltà di apprendimento, ecc.).
Insomma, una sorta di organico funzionale …
Sì, da intendersi però non aggiuntivo all’organico “normale”, ma come parametro di riferimento, che valorizzi l’autonomia scolastica, tolga spazio alle scelte dirigistiche del Ministero e riconduca progressivamente ad equilibrio le diverse realtà scolastiche. Naturalmente si tratta di processi di medio periodo, di cui si poteva avviare già da quest’anno una sperimentazione, se il Governo avesse attuato le norme della finanziaria 2008 relative appunto a innovazioni di carattere organizzativo e finanziario nei vari ambiti provinciali.
L'intervista completa alla senatrice Bastico sarà pubblicata sul prossimo numero della nostra rivista.