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Tecnica della scuola - Riforme, ecco la nuova carriera dei docenti

Riforme, ecco la nuova carriera dei docenti di Adalberto Reggiani La carriera degli insegnanti passerà attraverso tre figure: il collaboratore del dirigente scolastico, il tutor e la funzione obi...

22/01/2002
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La Tecnica della Scuola

Riforme, ecco la nuova carriera dei docenti
di Adalberto Reggiani
La carriera degli insegnanti passerà attraverso tre figure: il collaboratore del dirigente scolastico, il tutor e la funzione obiettivo. Sempre che i diretti interessati siano disposti a ritornare all'università, per fare apprendistato sulle "nuove" figure.

Carriera dei docenti, anno "zero". La riforma Moratti prevede, infatti, una vera e propria rivoluzione copernicana per quanto riguarda la costituenda gerarchia interna della professione docente.
L'art. 7, comma 6, del disegno di legge "Moratti", sulla riforma della scuola, prevede, a questo proposito, l'articolazione della professione in varie figure, diverse dal tradizionale docente che lavora in classe con gli alunni.
Per accedere ai "galloni", però, bisognerà che i docenti interessati ritornino a studiare all'università, dove saranno predisposte apposite strutture, da cui si uscirà muniti di diplomi validi per diventare "Collaboratore del dirigente"; "Funzione obiettivo"; "Docente tutor".
La nuova progressione gerarchica è stata illustrata al convegno della Gilda degli insegnanti di venerdì scorso (18 gennaio), dal sottosegretario all'istruzione, on. Valentina Aprea.
Un intendimento fortemente criticato dal coordinatore della Gilda, Alessandro Ameli, che si è detto contrario alla gerarchizzazione dei docenti.
"La carriera dei docenti dove avvenire fuori dalle scuole, anche con l'aggancio all'università" ha detto il leader della Gilda." La scuola, infatti, realizza da sempre una comunità di pari chiamati a condividere equamente decisioni e responsabilità. E la creazione di una gerarchia interna - ha concluso Ameli - finirebbe solo per nuocere alla serenità del contesto scolastico, con ricadute negative anche sulla qualità dell'azione didattica".