Tecnica della scuola: Ritorna il 7 in condotta e il recupero debiti a settembre
Tante le novità: bocciati col 7 in condotta; esami di riparazione a settembre; grembiule in classe; 33 ore all’anno di educazione alla “Cittadinanza e Costituzione”. Inoltre, la laurea in Scienze della formazione primaria ha valore abilitante
di A.P. |
Nella mattinata di venerdì, 1 agosto, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge presentato dalla Gelmini. Tante le novità: bocciati col 7 in condotta; esami di riparazione a settembre; grembiule in classe; 33 ore all’anno di educazione alla “Cittadinanza e Costituzione”. Inoltre, la laurea in Scienze della formazione primaria ha valore abilitante. |
Tanti argomenti trattati in solo pochi 12 articoli nel disegno di legge sulla scuola presentato dal ministro Gelmini al Consiglio dei ministri recante “Disposizioni in materia di istruzione, università e ricerca. A guardare bene nelle novità introdotte ci si accorge come la maggior parte di esse altro non sono che il ripristino di cose del passato. Ritorna il 7 in condotta. Il giudizio e la votazione sul comportamento degli studenti attribuiti dal consiglio di classe concorrono alla valutazione complessiva dello studente. Un 7 in condotta potrà comportare anche la non ammissione all’anno successivo anche se l’alunno ha un buon profitto.“Valutare il comportamento – ha spiegato il ministro Gelmini – significa rafforzare nella comunità scolastica l’importanza ed il rispetto delle regole e la capacità dello studente di saper stare con gli altri”.“Una risposta importante agli atteggiamenti eccessivi di bullismo”, ha sottolineato il presidente del Consiglio, Berlusconi, ma restano ancora da stabilire i criteri per discernere tra “bullismo” e cattiva condotta.
Per il Moige (Movimento italiano genitori) il ripristino del voto in condotta è “molto positivo il ripristino di uno strumento che consente una valutazione più ampia della crescita e della maturazione dei ragazzi: è inconcepibile avere nella nostra scuola ragazzi magari capaci, bravi, ma fuori dalle regole educative. Questi sono i passi giusti per restituire alla scuola l’autorità che merita attraverso l’ordine, la legalità e il rigore”.Per quanto riguarda il recupero dei debiti, dal 1° al 9 settembre di ogni anno si svolgeranno, per gli alunni sospesi che non hanno conseguito il giudizio di promozione, le verifiche e l’integrazione dello scrutinio finale, a conclusione del quale gli alunni saranno ammessi o no ammessi alla classe successiva. “Non reintrodurremo gli esami di riparazione – ha spiegato la Gelmini – devono rimanere i recuperi perché non vogliamo gravare sulle famiglie”. Recuperi o esami di riparazione, i ragazzi dovranno sacrificare la loro estate per colmare le lacune contratte durante l’anno scolastico.Un’altra novità è rappresentata dall’introduzione di 33 ore annue di educazione alla “Cittadinanza e Costituzione”, una sorta di vecchia educazione civica. Questa disciplina, secondo il Ministro, serve da supporto per migliorare il comportamento degli studenti e quindi poter giungere ad una positiva valutazione del comportamento. “La diffusione della cultura della cittadinanza e della conoscenza delle istituzioni tra i giovani – ha detto Mariastella Gelmini – deve essere inserita a pieno titolo nel piano dell’offerta formativa”.Un importante punto del disegno di legge approvato, ed esattamente all’art. 7, riguarda il valore abilitante della laurea in Scienze della formazione. Si è fatto un gran parlare, in questi giorni, sulle sorti del valore abilitante della laurea in Scienze della formazione a seguito dell’abrogazione dell’art. 5 della legge 28 marzo 2003, n. 53 e dell’eliminazione del X ciclo delle Ssis.L’art. 7 del Ddl Gelmini ribadisce che “l’esame di laurea sostenuto a conclusione dei corsi in Scienze della formazione primaria ha valore di esame di Stato e abilita all’insegnamento, rispettivamente, nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria”.Per quanto riguarda la “divisa scolastica”, il vecchio grembiule col fiocco, il Ministro sottolinea ancora una volta che “è un elemento di ordine e di uguaglianza tra gli studenti. L’importante è semplificare la vita alle mamme e l’uso della divisa va in questa direzione”. Ai presidi, però, spetta la decisione finale. |