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Tecnica della scuola: Ritorna il 7 in condotta e il recupero debiti a settembre

Tante le novità: bocciati col 7 in condotta; esami di riparazione a settembre; grembiule in classe; 33 ore all’anno di educazione alla “Cittadinanza e Costituzione”. Inoltre, la laurea in Scienze della formazione primaria ha valore abilitante

02/08/2008
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La Tecnica della Scuola

di A.P.

Nella mattinata di venerdì, 1 agosto, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge presentato dalla Gelmini. Tante le novità: bocciati col 7 in condotta; esami di riparazione a settembre; grembiule in classe; 33 ore all’anno di educazione alla “Cittadinanza e Costituzione”. Inoltre, la laurea in Scienze della formazione primaria ha valore abilitante.

Tanti argomenti trattati in solo pochi 12 articoli nel disegno di legge sulla scuola presentato dal ministro Gelmini al Consiglio dei ministri recante “Disposizioni in materia di istruzione, università e ricerca. A guardare bene nelle novità introdotte ci si accorge come la maggior parte di esse altro non sono che il ripristino di cose del passato. Ritorna il 7 in condotta. Il giudizio e la votazione sul comportamento degli studenti attribuiti dal consiglio di classe concorrono alla valutazione complessiva dello studente. Un 7 in condotta potrà comportare anche la non ammissione all’anno successivo anche se l’alunno ha un buon profitto.“Valutare il comportamento – ha spiegato il ministro Gelmini – significa rafforzare nella comunità scolastica l’importanza ed il rispetto delle regole e la capacità dello studente di saper stare con gli altri”.“Una risposta importante agli atteggiamenti eccessivi di bullismo”, ha sottolineato il presidente del Consiglio, Berlusconi, ma restano ancora da stabilire i criteri per discernere tra “bullismo” e cattiva condotta.

Per il Moige (Movimento italiano genitori) il ripristino del voto in condotta è “molto positivo il ripristino di uno strumento che consente una valutazione più ampia della crescita e della maturazione dei ragazzi: è inconcepibile avere nella nostra scuola ragazzi magari capaci, bravi, ma fuori dalle regole educative. Questi sono i passi giusti per restituire alla scuola l’autorità che merita attraverso l’ordine, la legalità e il rigore”.Per quanto riguarda il recupero dei debiti, dal 1° al 9 settembre di ogni anno si svolgeranno, per gli alunni sospesi che non hanno conseguito il giudizio di promozione, le verifiche e l’integrazione dello scrutinio finale, a conclusione del quale gli alunni saranno ammessi o no ammessi alla classe successiva. “Non reintrodurremo gli esami di riparazione – ha spiegato la Gelmini – devono rimanere i recuperi perché non vogliamo gravare sulle famiglie”. Recuperi o esami di riparazione, i ragazzi dovranno sacrificare la loro estate per colmare le lacune contratte durante l’anno scolastico.Un’altra novità è rappresentata dall’introduzione di 33 ore annue di educazione alla “Cittadinanza e Costituzione”, una sorta di vecchia educazione civica. Questa disciplina, secondo il Ministro, serve da supporto per migliorare il comportamento degli studenti e quindi poter giungere ad una positiva valutazione del comportamento. “La diffusione della cultura della cittadinanza e della conoscenza delle istituzioni tra i giovani – ha detto Mariastella Gelmini – deve essere inserita a pieno titolo nel piano dell’offerta formativa”.Un importante punto del disegno di legge approvato, ed esattamente all’art. 7, riguarda il valore abilitante della laurea in Scienze della formazione. Si è fatto un gran parlare, in questi giorni, sulle sorti del valore abilitante della laurea in Scienze della formazione a seguito dell’abrogazione dell’art. 5 della legge 28 marzo 2003, n. 53 e dell’eliminazione del X ciclo delle Ssis.L’art. 7 del Ddl Gelmini ribadisce che “l’esame di laurea sostenuto a conclusione dei corsi in Scienze della formazione primaria ha valore di esame di Stato e abilita all’insegnamento, rispettivamente, nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria”.Per quanto riguarda la “divisa scolastica”, il vecchio grembiule col fiocco, il Ministro sottolinea ancora una volta che “è un elemento di ordine e di uguaglianza tra gli studenti. L’importante è semplificare la vita alle mamme e l’uso della divisa va in questa direzione”. Ai presidi, però, spetta la decisione finale.


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