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Testo della risposta dell'on. Capitelli alla lettera di una insegnante concernente la questione del reclutamento dei docenti

Testo della risposta dell'on. Capitelli alla lettera di una insegnante concernente la questione del reclutamento dei docenti Ricevo una sua lettera particolarmente amareggiata a cui risp...

13/02/2004
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Testo della risposta dell'on. Capitelli alla lettera di una insegnante concernente la questione del reclutamento dei docenti

Ricevo una sua lettera particolarmente amareggiata a cui rispondo esponendo senza reticenze la nostra posizione circa la controversa questione del reclutamento docenti.
La situazione per quanto riguarda la nostra valutazione dei più recenti avvenimenti al riguardo si può riassumere al modo seguente:

Nella seduta della commissione Cultura del Senato, del 16 ottobre è stato approvato un ordine del giorno proposto dalla maggioranza di centro destra con il quale il Senato, in sede di conversione del decreto-legge 25 settembre 2002, n.212, recante Misure urgenti per la scuola, l'università e la ricerca scientifica e tecnologica e l'alta formazione artistica e musicale, impegna il Governo, ai fini della formazione delle graduatorie permanenti di cui all'art.401 del Testo Unico approvato con decreto legislativo 16 aprile 1994, n.297, e successive modificazioni, ad assicurare parità di trattamento nell'attribuzione del punteggio a coloro che abbiano conseguito la specifica abilitazione a seguito di partecipazione a procedure concorsuali o abilitanti e a coloro che abbiano conseguito l'abilitazione a seguito di superamento dell'esame di stato al termine delle Scuole di Specializzazione all'Insegnamento Secondario.
Nel corso della seduta vari esponenti della destra si sono prodigati nel tentativo di attribuire all'opposizione la responsabilità della incredibile gestione della questione del punteggio aggiuntivo.
Si tratta di tentativi volti a strumentalizzare il disagio di tanti giovani dovuto, vogliamo sottolinearlo, alla mancata immissione in ruolo e alla dissennata gestione dell'intera questione del reclutamento in questo anno e mezzo di governo della Casa delle Libertà.
E' bene non dimenticare al riguardo che:
1) Il decreto legge 28 agosto 2000 n° 240 convertito nella legge n° 306/2000 sancisce il principio di un punteggio aggiuntivo per l'abilitazione Siss, rinviando la quantificazione dello stesso ad un successivo decreto interministeriale.
2)Il Decreto interministeriale 4 giugno 2001 n° 269 (in G.U 6 luglio 2001, n. 155) individua in trenta punti tale punteggio aggiuntivo.
3)Nel luglio 2001 il Governo Berlusconi con il Decreto legge 255/2001 convertito nella legge 333/2001, in un quadro di modifiche del sistema delle graduatorie elimina la 5 fascia e unifica la terza e la quarta e, prevede tra l'altro l'equiparazione, a quelli statali, dei punteggi per i servizi prestati nelle scuole paritarie
4)Il DD 18 febbraio 2002, conferma tale punteggio aggiungendo di proprio la contestuale valutazione dei servizi prestati durante lo svolgimento del corso di specializzazione.
5) Il Governo Berlusconi, Tremonti, Moratti che ha dovuto procedere alle nomine previste dalla legge 124/99 nella misura di sessantamila unità stabilita nei contingenti(2000-2001; 2001-2002) deliberati dal governo di centro sinistra, per l'anno scolastico 2002-2003 blocca totalmente il sistema delle nomine in ruolo omettendo di individuare il contingente previsto dalla legge.
E' dunque del tutto evidente che la modifica del sistema delle fasce operato dal decreto legge 255 ha finito col creare un inaccettabile sovvertimento di un sistema regolamentato, secondo la legge 124, sulla base di diritti acquisiti e in primo luogo quello della priorità di nomina conseguente al requisito di aver svolto servizi di insegnamento nella scuola statale, cioè con procedure concorsuali e in condizioni spesso disagiate.
I parlamentari della maggioranza che all'epoca votarono senza eccessivo imbarazzo il decreto legge in questione, sordi a tutte le argomentazioni addotte dal centro sinistra, oggi di fronte all 'enormità dell'ingiustizia non solo non riconoscono l'errore commesso con l'unificazione delle fasce, ma sono pronti a rilanciare la guerra tra poveri, 'gettando l'osso' dell'unificazione del punteggio aggiuntivo.
Evidentemente si tratta di un ulteriore diversivo che sarebbe imperdonabile non venisse riconosciuto come tale dalle categorie interessate.
Alimentare la guerra tra le varie categorie di precari finisce, infatti, col far perdere di vista la scelta essenziale di questo governo contro cui è fondamentale battersi tutti insieme: la riduzione del numero degli insegnanti prevista dalla finanziaria 2002 e ribadita dalla finanziaria 2003 e la scelta di non immettere in ruolo gli aventi diritto.

La Camera in sede di conversione del decreto legge 25 settembre 2002 n. 212, recante misure urgenti per la scuola, l'università, la ricerca scientifica e tecnologica e l'alta formazione musicale, ha approvato un ordine del giorno da me presentato che impegna il Governo a rivedere i criteri di inclusione nelle graduatorie permanenti nel senso di riconoscere un valore aggiuntivo ai servizi prestati , (nella nostra proposta di legge noi riteniamo che tali servizi siano quelli prestati nelle scuole di Stato), di valutare tutti i titoli di studio e di cultura, di valorizzare i percorsi di formazione e specializzazione universitaria.
Questi principi riportati in un documento sottoscritto da rappresentanti di varie forze politiche di Governo e di Opposizione, può apparire forse generico, ma ci sembra indicare una giusta direzione di marcia.
Le nostre posizioni in materia sono espresse nel ddl che le alleghiamo e che prevede tra l'altro la messa a disposizione di un contingente di posti ai futuri specializzati in sede universitaria, ciò per opporre un alternativa valida alla aberrante ipotesi di chiamata diretta che è presente nell'articolo 5 del disegno di legge delega del Governo recentemente approvato dal Senato.
Occorre, infatti, riconoscere chiaramente, così, come crediamo di fare nel nostro ddl, che contro l'attacco all'integrità della scuola pubblica, in atto anche attraverso le forme di precarizzazione di massa che si vogliono cronicizzare, l'unico obiettivo veramente unificante le varie categorie di aspiranti docenti è quello di ripristinare l'automatismo annuale dell'individuazione dei posti destinati alle nomine a tempo indeterminato.
La legge 124, contro cui si è battuto il centro destra quando era all'opposizione, si pone proprio l'obiettivo di eliminare il fenomeno del precariato che dequalifica e penalizza la scuola pubblica.
A nostro modo di vedere occorre superare il filtro governativo sulle nomine frutto della politica di austerità necessaria per l'ingresso dell'Italia nell'Europa e, in questo senso, oltre che con ulteriori specifiche misure, si muove il progetto di legge (A. C. 2825) che abbiamo presentato alla Camera.

Cordiali saluti
On. Piera Capitelli


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