Torna in pista il ddl Gelmini. Con i tempi contingentati
SENATO Oggi la conferenza dei capigruppo. Martedì prossimo la legge in Aula. La Flc Cgil: ritirare il provvedimento
Ro. Ci.
La conferenza dei capigruppo al Senato è stata convocata stamattina per incardinare la riforma Gelmini dell'università. Il giorno prescelto per la discussione generale sul provvedimento sarà con ogni probabilità martedì prossimo. Il voto finale dovrebbe essere previsto per il giorno dopo. La decisione è stata annunciata a poche ore dalla fiducia che il governo ha ottenuto alla Camera, rispettando l'intesa raggiunta in una precedente riunione dei capigruppo di palazzo Madama mercoledì 2 dicembre. Le violente polemiche che hanno contrapposto ieri il Popolo della libertà al gruppo di Futuro e Libertà a Montecitorio non hanno dissolto il clima d'intesa maturato durante l'iter sofferto, polemico e interminabile del Disegno di legge che cambierà il profilo e la sostanza dell'università italiana. In controtendenza rispetto ad una maggioranza che si è appena dissolta, e a un governo in grave crisi di direzione politica, quello dell'università resta un terreno dove è ancora possibile trovare un accordo e un consenso tra l'opposizione (quella dei finiani) e il partito di Berlusconi. «Siamo consapevoli - ha affermato il plenipotenziario Fli agli affari universitari Giuseppe Valditara - che nonostante le pecche, la scarsità dei finanziamenti, il Ddl resta nel complesso un buon provvedimento».
Il disegno di legge era stato approvato alla Camera lo scorso 30 novembre in un clima segnato dalla doppia bocciatura del governo sugli emendamenti presentati proprio da Futuro e libertà. La pesante sconfitta subita ieri da questo partito che aveva scommesso tutto sulla sfiducia al presidente del Consiglio non ha fatto arrestrare i suoi esponenti dal continuare a proporre nuovi emendamenti. In maniera surreale, Fabio Granata è intervenuto sulla scena del delitto proponendo nuovi correttivi ad una riforma di cui ha da tempo elencato i limiti. «L'università è una questione delicata - ha riconosciuto - Al Senato vedremo di presentare emendamenti ad esempio sul Cepu». Vale a dire sul segmento telematico denominato E-Campus di un'azienda universitaria privata alla quale sono stati riconosciuti i requisiti per ottenere il finanziamento dello Stato.
È ricominciato intanto il ballo delle cifre da destinare ad una riforma che non ha una copertura finanziaria. La commissione Istruzione del Senato ha approvato nel pomeriggio di ieri il parere favorevole allo schema di decreto ministeriale sulla ripartizione del Fondo ordinario per l'università. Il presidente della commissione Guido Possa (Pdl) ha apprezzato l'aumento della dotazione del fondo a 1,769 miliardi di euro. Nel 2009 ammontava a 1.642 miliardi. Cifre che dovranno essere verificate nei prossimi giorni. Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil - è tornato a chiedere il ritiro del Ddl. «Se così non fosse - ha detto - Flc sarà a fianco dei ragazzi che rivendicano pacificamente un futuro migliore, partendo dalla difesa del diritto allo studio».