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Tre lettere aperte di precari al Ministro Fioroni

da www.scuolanostra.it

21/10/2006
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Signor Ministro Fioroni,

Le scrivo con l’intento di farLe cogliere lo stato d’animo, meglio sarebbe dire lo scoramento, che sta attraversando me e tanti colleghi e colleghe (non meno di 200.000, ma si parla anche di 300.000), all’annuncio che dal 1° gennaio 2010 le graduatorie permanenti varranno solo per supplenze brevi e saltuarie. Le confesso che vedendo l’annuncio non volevo crederlo. Mi sembrava impossibile che nei confronti di noi insegnanti precari Qualcuno potesse compiere un’azione tanto ingiusta. Tanto meno Qualcuno che avevo contribuito ad eleggere.
Ora io capisco le Sue nobili intenzioni: Lei vorrebbe eliminare il fenomeno del precariato perché non è dignitoso, per un paese che voglia definirsi civile, lasciare per tanto tempo madri e padri di famiglia in una condizione di eterna incertezza. Ma Le chiedo: "Ha mai provato a mettersi nei panni di una persona che ha fatto la scelta di seguire un percorso lavorativo "regolare", ancorché precario, per esercitare una professione in cui crede, e la cui funzione è enfatizzata dalla nostra Costituzione? Ha mai provato ad immaginare gli sforzi ed i sacrifici di quanti sono ora presenti nelle graduatorie permanenti, e che Lei vorrebbe cancellare con un tratto di penna? Ho il sospetto che Le sfugga. Per Sua fortuna, immagino. Per nostra disgrazia, constato. Perché quelle graduatorie sono composte da persone che, soprattutto i primi anni di carriera (sottolineo CARRIERA), e dopo aver superato un concorso lungo e selettivo (impegnativo per le tasche e la serenità di quanti li hanno sostenuti), si alzavano presto al mattino in attesa di una chiamata per un incarico breve quando non brevissimo.
Vede, Signor Ministro, capisco che a Lei sfugga e manchi alla Sua personale esperienza questo passaggio. Pur tuttavia vorrei fare appello alla Sua passata esperienza di Amministratore (so che ha anche ricoperto la carica di Sindaco in una importante città italiana, la città dei Papi). Avrà pur visto in faccia qualcuno che Le chiedeva di essere aiutato e corrisposto in qualche fondamentale diritto. Avrà colto il senso di disagio e profonda frustrazione guardando negli occhi quelle persone, sarà anche stato partecipe della loro sofferenza e del loro senso di impotenza. Ed allora, se ha avuto modo di fare questa esperienza, seppur indiretta, Le chiedo: "Come reagiva il Suo Spirito Cristiano nel guardare negli occhi quelle persone?" Faccia memoria, frughi tra i suoi ricordi. Provi ora ad immaginare la stessa frustrazione e lo stesso senso di impotenza guardando negli occhi ciascuna di quelle duecento o trecentomila persone, quasi giunte al traguardo di un regolare percorso di lavoro e di vita, che si sentono dire "Quel traguardo non c’è più, dovete rifare la gara dall’inizio, seppur sfiancati".
Sperando di poter a breve considerare questa lettera il frutto di un equivoco.

Con osservanza
Gianni Dessanti

Caro Ministro,
sono un insegnante che da anni svolge il suo lavoro con senso di dovere, passione e dedizione, in quanto credo fermamente in ciò che faccio.
- mi è stato richiesto di insegnare a 1.200 Km di distanza dalla mia terra… sono emigrato…
- mi è stato richiesto di stare lontano dalla mia famiglia, anzi mi è stato proibito di avere una famiglia per le molte insicurezze e precarietà (chi mi dà un mutuo, ad esempio, se non ho un lavoro a tempo indeterminato!)… l’ho fatto…
- mi è stato richiesto di pagare 500 € per l’affitto di una stanza con letto, cucina e bagno… le ho pagate…
- mi è stato richiesto di alzarmi alle 5.30 con la pioggia, grandine, neve, ghiaccio e freddo, perché la scuola era distante 30/40 Km… l’ho fatto…
- mi è stato richiesto di pagare 3.200 € per prendere l’abilitazione (con tutti i sacrifici connessi che comporta la frequenza di un corso SSIS)… le ho pagate…
- ahimè, l’elenco dei sacrifici potrebbe continuare a lungo!
Come docente e come italiano sono profondamente deluso dalle ultime notizie che arrivano dal fronte della finanziaria e dal Governo…
Ho sempre creduto nel valore della gavetta come trampolino di lancio, ma evidentemente mi sono sbagliato, visto che il nostro futuro, purtroppo, non è nelle nostre mani, come c’è stato sempre insegnato, ma in quelle di una classe dirigente che non è in grado di risolvere i problemi (o non vuole) e si rivolge, per la mole di interessi sotterranei, alle classi più deboli rendendo la vita ancor più precaria.
Ma dove sono finite le promesse?… Ma dove sono le assunzioni di tutti i precari, se si continua, secondo la vecchia linea, a tagliare il personale con artefici sempre più affinati: innalzamento della media di alunni per classe, eliminazione delle graduatorie permanenti (in questo caso ovviamente chi paga non sono i docenti di ruolo - che sono tranquilli al sicuro, almeno non so per quanto tempo - ma noi, insegnanti precari)…
La mia sensazione: sembra che ci sia l’intenzione di eliminare il precariato, si, ma fisicamente!. E poi ancora, dopo due anni di SSIS e di molti altri dedicati meticolosamente al lavoro nelle classi come docente sento parlare ancora di precari storici, ma chi sono?… Forse non sono un precario storico!…
E poi ancora, sento discutere in seno alla VII Commissione parlamentare di sissini privilegiati, quando, in realtà, i privilegiati sono altri (vedi le famose e vergognose graduatorie di merito, le quali hanno inserito in ruolo, in via privilegiata, persone che in classe non hanno fatto neanche un’ora di lezione!)…
Bene Ministro, Si metta la mano sul cuore: anche noi precari, dopo molteplici sacrifici, abbiamo diritto ad avere un’esistenza più serena e tranquilla!
Scusandomi per lo sfogo, Le porgo i miei saluti
Un insegnante profondamente deluso e sdegnato

Caro Ministro,
ho quasi quarant'anni e due figli, di cui l'ultima nata da qualche giorno.
La mia vita si è svolta tra studi e desiderio di una famiglia:...quanti sacrifici ha fatto mio padre, che era operaio, per sostenere tre figli, negli studi.
Con la forza di volonta e la costanza nello studio siamo riusciti ad entrare nella graduatoria permanente ed ora non capisco quello che sta per succedere.
Un mio amico mi ha spiegato ma io non gli ho creduto perché non può essere vero che dopo tanti sacrifici, mi ritrovo con un niente e due figli che non posso sostenere con il solo lavoro di mio marito!
Questa finanziaria toglie la dignità ad una vita costruita con umiltà,
toglie l'allegria di tante famiglie.
Crea sfiducia nella vita e nei sogni.
Ma dove è andato a finire quello spirito e quell'ideologia che caratterizzava la Sinistra italiana?
Cosa regna nei cuori e nella mente di voi, uomini di governo?
Sono spaventata e non certo per me, perché di delusioni ne ho avute tante.
Mi spaventa l'avvenire dei figli e degli alunni perchè a loro, in effetti, non si pensa mai!
Ho fiducia in Lei. Non ci deluda ancora!
Marisa