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Tribuna di Treviso-Scuola, la beffa per 400 "neostatali"

Scuola, la beffa per 400 "neostatali" Stipendi ridotti e migliaia di euro da restituire. I sindacati: "Una rapina" ...

03/01/2006
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La Tribuna di Treviso

Scuola, la beffa per 400 "neostatali"
Stipendi ridotti e migliaia di euro da restituire. I sindacati: "Una rapina"


Centinaia di collaboratori scolastici, addetti di segreteria e tecnici di laboratorio trevigiani beffati dalla finanziaria 2006. Rischiano non solo di vedersi decurtati gli stipendi, ma addirittura di dover restituire le indennità di anzianità percepite degli ultimi quattro anni. Migliaia di euro spettanti di diritto e ottenuti in seguito a ricorso davanti ai giudici. C'è chi rischia di dover restituire qualche centinaio di euro, ma chi arriva a cifre di 10.000 e passa euro. Al centro dell'inaspettata sorpresa, che solleva la collera dei sindacati, il personale Ata passato nel gennaio 2000 dalle dipendenze degli enti locali all'amminsitrazione centrale, cioè allo Stato. Centinaia - fra i 4 e i 500 - gli interessati solo nella Marca, oltre 70.000 in Italia.
Il loro passaggio allo Stato, reso obbligatorio dalla legge 124/99 (con relativo decreto applicativo), ha comportato un calcolo di anzianità fittizio che non teneva conto del premio di produttività previsto nel precedente contratto, quello "locale". Nel primo inquadramento statale tutti i "transitati" si erano ritrovati d'incanto più "giovani" (solo per lo stipendio): chi di 3, chi di 10 anni. Molti, con l'appoggio dei sindacatti, hanno presentato ricorso al giudice del lavoro che ha, quasi sempre dato ragione al personale ricorrente e torto al Ministero della pubblica istruzione. Fin qui tutto bene.
Alcuni hanno già ottenuto l'adeguamento dello stipendio (80-100 € al mese) e gli arretrati dal 2000 al 2004.
Adesso, il colpo di scena. La finanziaria, con un emendamento annulla rimborsi di anzianità e livella lo stipendio al contratto statale, ammettendo solo i ricorsi in giudicato e non pendenti. Cioè quasi nessuno.
Perché contro le sentenze favorevoli ai lavoratori, in primo o per alcuni in secondo grado, l'avvocatura di Stato ha presentato ricorso.
Insomma, è battaglia. Cgil, Cisl e Uil denunciano l'"attacco vergognoso del governo ai diritti dei lavoratori, con un provvedimento ingiusto, palesemente discriminatorio e di dubbia legittimità, se non anticostituzionale".
Sono 130 i lavoratori che hanno presentato ricorso con la Cgil, altri 140 sono appoggiati dalla Uil altri 101 sono con la Cisl, altri 50 con lo Snals. "Siamo di fronte ad una colossale rapina ai danni dei lavoratori - osserva Raffale Parisotto, consulente della Cisl - sono soldi che sarebbero comunque arrivati nelle tasche del lavoratore se restava alle dipendenze dell'ente locale". Tra gli interessati, operatori scolastici e tecnici con 20, 30 anni di carriera alle dipendenze dell'ente locale. Per loro il ricorso aveva garantito uno stipendio maggiore (con ripercussioni positive sulla pensione) e la possibilità di intascare 5-7 mila euro, che ora dovrebbero restituire. "Siamo di fronte ad una legge - spiega Ermanno Rambaldi della Cgil Scuola - che pretende di dare un'interpretazione autentica di un'altra legge di 5 anni fa, e che addirittura pretende di avere valore retroattivo. L'ennesimo trucco del governo di estorcere soldi alla scuola pubblica, mentre triplicano gli stanziamenti per i buoni delle private". Rolando Lucidi (Uil) resta sul piano giuridico. "Ci sono sentenze di primo, di secondo grado, e per tre casi addirittura di terzo - rileva come è possibile che un emendamento della finanziaria le ignori?" Anche lo Snals è perplesso. "Si tratta di un'interpretazione di una legge - ribadisce Stefano Brunello - che non può impedire ai giudici di esprimere sentenze di merito diverse".
(Michela Santi)