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Troppi ragazzi a scuola

17 marzo obbedienza civile

18/03/2011
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l'Unità

La mia giornata di obbedienza civile consiste nel ribadirmi davanti allo specchio che siano 365 ogni anno le mie giornate di obbedienza civile. 365 gesti, 365 denunce, 365 giuramenti giornalieri nei fatti sulla Carta Costituzionale. Inizio con l’art.3: solidarietà politica. Il più indigesto per me, lo ammetto. Quello che dovrebbe farmi vedere in un avversario politico non un nemico terrificante, ma un avversario. Sic et simpliciter. Non devo sforzarmi mica tanto a capir come: andrò a pranzo con mio fratello il 17 e parleremo di politica. Mio fratello è un “fascista”. Da anni per tacito accordo non parliamo di politica per non scannarci e per rendere “accettabili” pranzi festivi. Se ci riesco con lui è fatta. Art. 33 e 34: difendere la scuola statale e assicurarne il funzionamento. Lo si è capito: persino nel sonno ne parlo ad alta voce. Persino le mie gatte girano per casa con cartelli a difesa dell’istruzione statale di qualità. Questa volta la mia denuncia sarà più specifica: Edilizia scolastica. Questa sconosciuta. Due scuole su tre in Italia sono a rischio. Sono fuori norma, non hanno il certificato di agibilità, quello antisismico o quello anti-incendio. Hanno strutture fatiscenti, impianti non funzionanti, muffe, distaccamenti, crepe, spazi inadeguati. Circa venti giorni fa in una scuola siciliana una bambina si è beccata un cornicione in testa: “solo” 4 punti in faccia. Per cui notizia poco "rilevante". Fosse mia figlia inforcherei le armi per combattere contro qualunque cialtrone al governo che faccia finta di dimenticare che la protezione civile tre anni fa ha quantificato in 13miliardi di euro la somma necessaria per mettere in sicurezza le scuole italiane. 13 miliardi. Sono un enormità: significa che siamo sull’orlo di una catastrofe annunciata e minimizziamo, nascondiamo la polvere sotto il tappeto...

Mila Spicola