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“Trovare una soluzione ragionevole per lo straniero che lavora onestamente, anche se è senza permesso di soggiorno”

lettera aperta del segreteria generale della CGIL – Guglielmo Epifani al Governo

10/07/2009
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Lettera aperta al Governo ed al Parlamento
“Trovare una soluzione ragionevole per lo straniero che lavora onestamente, anche se è senza permesso di soggiorno”
Con l’approvazione del ddl 733 b e l’ormai prossima entrata in vigore della nuova legge sulla sicurezza vengono cambiate le regole del gioco per chi è immigrato nel nostro Paese, con provvedimenti che incidono sullo status e sulle condizioni di vita e lavoro di chi ha deciso di cercare nel nostro Paese la chance di un futuro migliore, per sé e per la propria famiglia.
La CGIL non condivide la filosofia del pacchetto sicurezza in quanto prefigura una separazione normativa nella condizione degli immigrati da quella degli italiani, colpendo così in prima battuta i lavoratori stranieri ma finendo per abbassare i diritti di tutti.
In particolare considera l’introduzione del reato di immigrazione clandestina, basato non su fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale ma su una condizione individuale, una norma contrastante con il principio in materia penale, in base al quale si può essere puniti solo per fatti materiali.
Inoltre l’introduzione di questo dispositivo produce effetti a catena sulla normativa e conseguenze forse poco valutate:
1. Detto reato ha carattere di “costanza” in quanto riguarda una situazione (il soggiorno) che dura nel tempo, e finisce per applicarsi anche a chi è in Italia prima dell’entrata in vigore della nuova legge sulla sicurezza. Assume dunque carattere di retroattività;
2. Per chi è in Italia irregolarmente da tempo, non c’è modo di evitare il reato che finisce per essere attribuito indipendentemente dalla volontà di chi vi incorre;
3. La nuova legge rende più onerosa e difficile la condizione di soggiorno anche per gli immigrati regolari; per chi non lo è prefigura un futuro nero: privo di diritti e di speranze;
4. Per chi è irregolare vengono meno diritti fondamentali della persona, come iscrivere il figlio all’anagrafe, il diritto allo studio oltre l’obbligo scolastico, il diritto ad una casa ed all’invio di rimesse in Patria, ecc. Inoltre impone agli operatori del servizio pubblico l’obbligo di denuncia, per non incorrere loro stessi in un reato.
Pur non condividendo la nuova legge, la CGIL crede utile evitare una situazione di criminalizzazione diffusa di chi è venuto in Italia per vivere onestamente ed è presente sul territorio al momento di entrata in vigore della nuova legge.
Per questo motivo il nostro sindacato propone di dare la possibilità, a chi ha un lavoro di uscire dalla trappola della clandestinità.