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Tutoscuola-Raccolta di firme contro il canale professionale

Raccolta di firme contro il canale professionale Proseguono le iniziative di una parte della sinistra, quella neomovimentista ed ex girotondina, contro la riforma Moratti. Stavolta è il tu...

18/11/2003
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Raccolta di firme contro il canale professionale

Proseguono le iniziative di una parte della sinistra, quella neomovimentista ed ex girotondina, contro la riforma Moratti. Stavolta è il turno dell'associazione "Proteo Fare Sapere", emanazione della CGIL scuola, che promuove una raccolta di "firme concrete, che si vedano" (che occorre, cioè, spedire per posta alla stessa associazione) a sostegno di un "appello per la valorizzazione degli istituti tecnici e professionali" (www.proteofaresapere.it). Tutti possono firmare: docenti, genitori, studenti e anche cittadini interessati al problema. Per favorire la raccolta delle firme saranno installati tavoli davanti alle scuole.
L'appello risulta sottoscritto anche da altre organizzazioni, tra le quali il CIDI, Legambiente scuola e anche l'AIMC, associazione che si rivolge ai maestri (non aderisce, invece, la gemella UCIIM, che pure associa i professori delle scuole secondarie). Il documento chiede che gli istituti tecnici e professionali restino nell'ambito del sistema di istruzione, insieme ai licei, e che non siano quindi utilizzati per costruire il "sistema di istruzione e formazione professionale" previsto dalla riforma Moratti. Una posizione che rilancia, in sostanza, il modello di scuola secondaria panlicealista della riforma Berlinguer, che invece un'altra parte della sinistra, quella riformista e degli aderenti al "gruppo del buon senso", si è detta disponibile a mettere in discussione.
Pare di capire che i promotori dell'appello, che si dichiarano "conservatori", puntino sulla non applicazione o sul rinvio della riforma Moratti almeno fino al 2006-2007, cioè all'anno scolastico successivo alle prossime elezioni politiche. Sperano, probabilmente, che l'esito di queste ultime consenta loro di riprendere a tessere la tela della riforma berlingueriana che però, come una parte della stessa sinistra oggi riconosce, eludeva il problema del rilancio dell'istruzione tecnico-professionale.


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